C’è un presidente che cerca dirigenti. Uno statuto entrato in vigore il 6 luglio. E l’intenzione di rivoluzionare il sistema di sostegno ai disoccupati. Ma, a distanza di dieci mesi dall’istituzione con i decreti attuativi del Jobs Act, nei fatti non c’è ancora l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), che dovrebbe anche assorbire anche Italia Lavoro, una società attualmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che opera come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. E che secondo la riforma del governo dovrebbe diventare il braccio operativo dell’Anpal. Ma, a oggi, non si ha notizia di questo riassetto: formalmente è stato nominato solo il presidente, Maurizio Del Conte, e null’altro. Manca pure il consiglio di amministrazione. E proprio Del Conte, interpellato da ilfattoquotidiano.it, spiega: “Siamo in attesa di avere gli ultimi organismi societari compiuti. Sto facendo di tutto perché parta prima della pausa di agosto. Se riusciamo a superare qualche ostacolo burocratico ce la facciamo, altrimenti saremo operativi a inizio settembre”. Così, mentre Matteo Renzi parla di centinaia di migliaia di posti lavoro in più, la riforma degli uffici di collocamento resta al palo. Perché l’Agenzia dovrebbe “stabilire i programmi delle politiche attive, finanziati dall’Fse (Fondo Sociale Europeo), supervisionare la Rete Nazionale, archiviare tutti i fascicoli personali dei lavoratori e tenere un albo delle agenzie private del lavoro”, si legge nella mission aziendale.

ASSUNZIONI CRITICATE – Ma non solo. I sindacati di Italia Lavoro hanno diffuso un comunicato interno per denunciare la pubblicazione di un bando con lo scopo di assumere, fino a dicembre 2016, un assistente dell’amministratore unico (il bando scade il 15 luglio). Che, secondo il decreto del Jobs Act, dovrebbe essere proprio il presidente dell’Anpal Del Conte in una strategia di accorpamenti degli incarichi. Ma la figura ricercata ha un livello alto di retribuzione con la possibilità di erogare il super minimo, nonostante in Italia Lavoro possa contare già su 29 dirigenti. Un passaggio che rischia di incidere sul bilancio, mentre il Jobs Act prescriveva un’operazione di fusione Anpal-Italia Lavoro a “costo zero”.

IRA SINDACATI – “Assistiamo ad alcuni atti aziendali il cui intento e finalità ancora non risultano chiari sotto il profilo strategico complessivo”, si legge nel documento redatto da Fisac Cgil, First Cisl e Uilca Uil, preoccupati anche del futuro della società, che ha garanzia di sopravvivenza solo fino a dicembre. “La pubblicazione di vacancy relative alla ricerca di posizioni organizzative di vertice pubblicate sul sito aziendale merita un’attenzione particolare e ne chiederemo lumi all’amministratore unico quando ci sarà”, prosegue il comunicato. Toccando un altro tasto dolente: Del Conte non può assumere ufficialmente l’incarico di amministratore perché “serve una serie di altri atti amministrativi”. Prima tra tutti la costituzione del Consiglio di amministrazione. Per questo i rappresentanti dei lavoratori hanno messo nero su bianco il malcontento: “È passato più di un anno dagli annunci ed è arrivato il momento di dare seguito ai proclami”. In questo clima il presidente Del Conte ha cercato tranquillizzare i dipendenti: “Lavoriamo a una rifocalizzazione delle attività. Si stanno già facendo le riprogettazioni per i prossimi anni. Non c’è preoccupazione sul futuro di Italia lavoro”.

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