Gli storici del futuro ricorderanno le immani stragi di migranti che stanno avendo luogo nel Mediterraneo come il vero e proprio Olocausto dell’inizio del Terzo Millennio. Come la popolazione tedesca è giustamente ritenuta corresponsabile dell’Olocausto, così quella europea lo sarà di tali stragi. Esse infatti derivano dalla chiusura delle frontiere e dalla non volontà, per basse motivazioni politiche, di approntare alternative legali e praticabili (corridoi umanitari) alla fuga disperata di migliaia di persone da situazioni invivibili, rese peraltro tali in buona misura per responsabilità della stessa Europa e dell’Occidente più in generale.

Ci sono vari tipi di sciacalli che traggono giovamento da questa situazione. In primo luogo i criminali che lucrano estorcendo alle persone disperate che tentano di raggiungere l’Europa somme considerevoli che vanno ad alimentare le reti della delinquenza e del terrorismo internazionale. In secondo luogo alcuni politici che alimentano la paranoia dei settori culturalmente e psicologicamente più fragili della società europea costruendo il falso mito dell'”invasione” dello straniero. Un mito smentito dai numeri, ad esempio quelli raccolti e diffusi dal Centro studi e ricerche Idos che ci parlano di una popolazione migrante il cui impatto è del tutto sostenibile per la società italiana e anzi esercita un impatto benefico. Basti pensare che le somme pagate dai migranti a titolo di contributi previdenziali e di imposizione fiscale sono di gran lunga superiori a quelle da loro percepite (nel 2013 16,6 a fronte di 13,5 miliardi di euro) o che la propensione dei migranti a delinquere nel periodo 2004-2013 è diminuita del 6,2%, mentre le denunce penali contro italiani sono aumentate del 28%. Non può certo negarsi che quella in corso rappresenti un’emergenza umanitaria, ma appunto come tale va trattata e non come un’invasione barbarica, come sostengono i veri barbari che diffondono la relativa psicosi fra i più ignoranti.

Gli sciacalli politici, non meno spregevoli di quelli di natura apertamente criminale, perseguono in questo modo un duplice obiettivo. In primo luogo accreditare se stessi politicamente come alfieri della lotta alla presunta minaccia costituita da migranti e richiedenti asilo. In secondo luogo offrire alla rabbia popolare, che ha origini e motivazioni del tutto legittime nel radicale aumento della disoccupazione, nella crisi dello stato sociale, nel degrado ambientale, ecc. , una comoda via di sfogo alternativa a quella giusta e utile della mobilitazione sociale e politica contro i padroni del vapore. Basti pensare che Marine Le Pen, che ha raggranellato un cospicuo capitale politico ululando contro la presunta invasione, ha chiesto recentemente di vietare le manifestazioni operaie e popolari che chiedono l’abolizione del Jobs act in Francia e che vedono sfilare centinaia di migliaia di persone che “non vogliono fare la fine dell’Italia”. A tali politici, generalmente di destra quando non dichiaratamente fascisti o nazisti, si accodano sostanzialmente tutti i governi, a cominciare dal nostro, che, cedendo a queste campagne di odio hanno smantellato in buona misura le operazioni di soccorso in mare e continuano a costruire muri sia reali che metaforici contro l’afflusso di migranti e richiedenti asilo.

Esiste poi un terzo tipo di sciacalli, rappresentato da alcuni giornalisti. Questi hanno infatti una particolare responsabilità nella creazione di un clima di isteria diffusa e nell’alimentare il falso mito dell'”invasione”. Fra di essi troviamo vecchie conoscenze come Maurizio Belpietro, neo ex direttore di Libero, e Mario Giordano, ex direttore del Tg4, sanzionati dall’Ordine dei giornalisti per un articolo contro i Rom, pubblicato l’8 novembre 2015 col titolo “Ci teniamo i killer rom, premiamo i ladri, che conteneva un’aperta istigazione all’odio razziale.

Ma la palma del peggiore commento sulla tragica situazione dei migranti penso spetti a Vittorio Feltri, già berlusconiano e oggi neorenziano-verdiniano e per questo messo nuovamente  a capo del quotidiano Libero. Costui, per “rendere la vita dura agli invasori” (i poveretti fra cui molte donne e bambini che cercano una vita migliore e, in molti casi, la sopravvivenza in Europa), propone di dichiarare “urbi et orbi” che “non siamo in grado di inviare le nostre navi a raccattare i profughi, con l’evidente conseguenza di lasciarli annegare in mare.

Un’incitazione all’indifferenza verso chi è in difficoltà che dovrebbe trovare qualche adesione nell’Italia dove si lasciano bruciare vive le ragazze per strada. Tecnicamente si tratta di istigazione all’omissione di soccorso, reato, quest’ultimo  – art. 593 del Codice penale – che punisce “chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa , omette di darne immediato avviso all’Autorità”,  ovvero chi, “trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità”. E se l’omissione di soccorso è un reato, allora, per Feltri dovrebbe scattare l’art. 414 relativo all’istigazione, secondo cui “chiunque pubblicamente istighi a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione”. L’istigazione di Feltri non è forse contenuta in un giornale di diffusione nazionale come Libero? Più pubblica di così…

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