Tre membri della giunta Cinque stelle fanno ricorso per essere stati multati nel parcheggio riservato del Comune, il prefetto archivia le sanzioni e su Federico Pizzarotti e i suoi esplode una nuova polemica. La bufera “multopoli” è il caso con cui da giorni deve fare i conti l’amministrazione di Parma e vede nel mirino il vicesindaco Nicoletta Paci, il presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi e l’assessore al Bilancio Marco Ferretti. La vicenda risale a maggio del 2014, ma è emersa solo nei giorni scorsi dopo una denuncia del Movimento Nuovi consumatori, che ha portato all’attenzione dei cittadini il verbale di archiviazione delle contravvenzioni firmato dal prefetto su richiesta del comandante della polizia municipale Gaetano Noè. Due anni fa assessori e presidente del consiglio erano stati multati da un vigile per aver parcheggiato l’auto nell’area che si trova adiacente al municipio, un posteggio riservato agli amministratori e concesso su richiesta anche a consiglieri comunali, ospiti, operatori o giornalisti che collaborano con il Comune. All’area, che è sbarrata da un dissuasore mobile, possono accedere solo le persone autorizzate dotate di telecomando e di regolare permesso, come si legge nella richiesta di archiviazione accolta dal prefetto: “I veicoli autorizzati sono muniti di contrassegno Abd che autorizza l’ingresso in Ztl e di telecomando per accedere all’area in oggetto essendo stati individuati, di fatto, come soggetti autorizzati a sostare”. Per questo, prosegue il documento, “le motivazioni addotte dai soggetti sanzionati e i comportamenti dei medesimi possono essere ricondotti all’elemento psicologico della buona fede non colposa”.

Per il Comune i tre amministratori avevano il permesso di sostare nel parcheggio privato del municipio, secondo il Movimento Nuovi consumatori invece le cose stanno diversamente e nel procedimento c’è qualcosa che non quadra. In particolare, a non andare giù è “la buona fede non colposa” tirata in ballo dal comandante della municipale nella relazione, che ha fatto piovere sui Cinque stelle accuse politiche da più fronti. “Esiste, forse, una ‘buona fede colposa o dolosa’? – ha chiesto su Facebook il senatore Pd Giorgio Pagliari – Le multe, quelle dei normali cittadini (cioè, dei cittadini veri… non pentastellati), si annullano perché la legge non è stata violata. In questo caso, si deduce che la violazione c’è, ma la multa viene annullata per una ragione non prevista dalla legge: la ‘buona fede non colposa’. A Parma, ci sono, dunque, cittadini di serie A, gli amministratori, e cittadini di serie B, tutti gli altri. Questa è l’innovazione dell’era pentastellata?”

I Cinque stelle tacciati dai dem di essere diventati la “casta” contro cui da sempre si battono, hanno rimandato le accuse al mittente. I diretti interessati dal caso multe hanno spiegato di avere ricevuto il via libera a parcheggiare nell’area incriminata al momento del loro insediamento in Comune, tanto che dopo quelle contravvenzioni tutti gli autorizzati sono stati dotati di permessi da esibire sui mezzi per non incorrere in episodi simili. Gli amministratori non potevano fare ricorso al giudice di pace per non finire in conflitto di interesse con l’ente di cui fanno parte, che avrebbe comportato le loro dimissioni, e quindi l’unica via rimasta era quella di rivolgersi al prefetto, come anche i cittadini possono fare. “Le multe non sono state annullate, sono state archiviate con regolare ricorso – ha sottolineato il capogruppo M5s Marco Bosi – Dopo quattro anni di amministrazione, l’unica cosa su cui sono riusciti ad attaccarci è un regolare ricorso al prefetto. Questa è la dimostrazione della nostra onestà e trasparenza nel gestire la cosa pubblica”.

Sempre dai social network ha tuonato Pizzarotti, ricordando i 250mila euro risparmiati dalla sua amministrazione per essersi sbarazzati delle auto blu, l’impegno della sua squadra per rinunciare ad autisti o altri favoritismi come i biglietti omaggio alle partite del Parma Calcio o a un parcheggio riservato ai consiglieri comunali del costo di 6mila euro annue. “Leggo sui giornali che due assessori, regolarmente autorizzati, per venire tutti i giorni a lavoro hanno parcheggiato la macchina, sentite un po’, nel cortile di proprietà del Comune (da che mondo è mondo lo hanno utilizzato tutte le giunte da quando esiste la Repubblica), e che a una sanzione ingiusta facendo ricorso hanno vinto. Abbiamo regolamento con un ulteriore permesso, quando mai nella storia era servito per parcheggiare e non mi risulta che prima siano state date multe. Apriti cielo: scandalo, favoritismi, disonestà, cittadini di serie A e di serie B – ha commentato – A un anno dalle elezioni evidentemente è iniziata la campagna mediatica contro chi, da subito si è messo al servizio di un’intera comunità, non per tornaconto, ma per spirito di servizio. Ieri Parma aveva un debito di 870 milioni causato dalla mala-politica. Oggi quel debito è stato ridotto del 44%. Sono soldi vostri che non sono andati persi”.

Articolo Precedente

Di giustizia come pop-art e intercettazioni come poster

next
Articolo Successivo

Incidente Avellino, rinviati a giudizio tutti i 15 indagati: “Omicidio colposo plurimo e disastro colposo”

next