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Matteo Renzi, il giglio magico e quell’insofferenza nell’osservare le leggi

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Il Consiglio di Stato ha bocciato il canone Rai in bolletta dopo avere bocciato poco fa il tentativo di monopolizzazione di Spid, contra legem. Se non proprio di avversione, si può parlare di leggerezza nell’osservanza delle leggi da parte del giglio magico. Insofferenza, in alcuni casi. Lo ha detto chiaramente Barberis – fiorentino consigliere digitale di Renzi – a Perugia durante il Festival del Giornalismo (che c’azzecca una esibizione filogovernativa con il giornalismo?): “Intorno a un tavolo, quando uno parla di progetti gli altri nove ti dicono che ci sono leggi che lo impediscono”. A giudicare dalle vicende di Spid e della Rai, per fare annunci basta ignorarle che si fa prima.

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Ma che si produce in codesto modo? Lo ha spiegato sempre Barberis “Abbiamo rifatto il sito del Governo che erano anni che non veniva sistemato”. L’e’ codesta la gran rivoluzione digitale renziana? Freschi della storia di Tempa Rossa, a qualcuno non potrebbe venire in mente che, mentre nel davanti si cambia la vetrina, nel retrobottega qualcuno fa affari? Ecco, pare che il Carrai non diventerà più zar della cybersicurezza. Forse per la rivolta degli addetti ai lavori. Pare che sarà solo consulente.

E pare che sarà fornitore, secondo alcuni. Nei corridoi di Chigi i soliti “beninformati” dicon che la sua aziendina Cys4 a meno di un anno dalla fondazione sarebbe stata iscritta al segreto albo dei fornitori della segreta cybersicurezza oggetto di segreti appalti diretti nel segreto di Stato. Una startup spuntata così, fuori dei circuiti accademici e professionali degli esperti, pare diventerà fornitore accanto a primarie industrie del settore, con tutt’altra solidità, storia e competenze. Cybersicurezza cui il nostro ha promesso di dedicare 150 milioni di euro. Altro che sito web.

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