Fisco amico, fisco 2.0 o la rivoluzione del fisco. Negli ultimi anni se c’è qualcosa che i contribuenti hanno capito bene è che si sarà pure inaugurata una nuova “stagione di dialogo” per accorciare le distanze tra l’Agenzia delle Entrate e gli italiani, almeno quelli che pagano le tasse. Poi, però, all’atto pratico gli steccati restano alti e l’obiettivo di semplificare la vita ai contribuenti viene meno. Tutta colpa delle molte novità che sono state introdotte dalla legge di Stabilità 2016, dal decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali e dal nuovo regime delle sanzioni tributarie che hanno generato da subito non pochi dubbi. A cominciare, per fare qualche esempio, dalla richiesta del bonus prima casa alle ristrutturazioni edilizie, passando per la cedolare secca, il leasing abitativo, le detrazioni Irpef che consentono di pagare meno tasse quando si presenta la dichiarazione dei redditi e, appunto, il 730 precompilato. Così l’Agenzia delle Entrate ha raccolto le domande più comuni e fornito le risposte in una circolare ad hoc, la 12/E.

Agevolazione prima casa – Per far riprendere il mercato immobiliare, il settore maggiormente colpito dalla crisi, da quest’anno la legge di Stabilità ha reso più flessibili i tempi previsti per la dismissione dell’immobile nel caso di un nuovo acquisto. I proprietari che hanno già usufruito del bonus sulla prima casa (imposta di registro al 2% e imposte ipotecaria e catastale fisse di 50 euro se si acquista da privati; Iva al 4% e imposte catastale e di registro fisse di 200 euro se si acquista dal costruttore) possono, infatti, comprare un nuovo immobile senza vendere prima l’altro e sfruttando così ancora una volta i benefici fiscali. C’è solo una condizione: l’abitazione acquistata in precedenza deve essere alienata entro un anno dalla data del rogito. Del resto è proprio intorno a questi sconti fiscali che si gioca la partita più importante per gli italiani che, nel corso degli anni, sono riusciti così a investire sul mattone, il bene più amato, con oltre l’80% delle famiglie che vive nella casa di proprietà. Ma al proprietario spetta comunque il credito d’imposta che consente di detrarre quella già versata per l’acquisto della prima casa? Per legge, questo credito va solo “a chi aliena un’abitazione acquistata con le agevolazioni e ne acquista un’altra entro l’anno”. Limite temporale superato dalla novità introdotta nella Stabilità. Il fisco ha così sancito che al proprietario spetta il credito d’imposta per il riacquisto della prima casa, ma solo per le compravendite effettuate dopo il primo gennaio 2016. Un’estensione dell’agevolazione che vale anche in caso di acquisto a titolo gratuito, come la successione a causa di morte o la donazione.

Leasing abitativo – Non potevano mancare i dubbi sulla novità più importante prevista per gli under 35 alle prese con l’acquisto di casa, che consente di pagare una rata mensile e riscattare l’immobile con un maxi versamento finale, facendo però attenzione alla regolarità dei pagamenti. Dopo la sospensione di 12 mesi (senza spese e interessi), le banche possono infatti procedere allo sfratto e vendere l’immobile senza passare per i tribunali. Ed ora il fisco ha anche chiarito che l’agevolazione prima casa (imposta di registro dell’1,5%) spetta anche se non si destina subito l’immobile a propria abitazione principale. Le condizioni per applicare gli sconti devono essere però presenti sia nell’atto di acquisto dell’immobile da parte della società di leasing che nel contratto di locazione finanziaria dell’immobile.

Cedolare secca – La scelta di introdurre un sistema di tassazione proporzionale e semplificato per chi ha un immobile affittato (imposta fissa al 10% che fino al 2017 sostituisce l’Irpef, le addizionali comunali e regionali e l’imposta di registro e bollo) sta avendo successo: nel 2015, la cedolare secca ha fatto registrare un aumento di gettito del 17,9% rispetto al 2014. La scelta va inserita nella dichiarazione dei redditi, ma per beneficiarne bisogna stipulare un contratto di locazione solo se la casa è situata in uno dei Comuni ad alta tensione abitativa o per i quali è stato deliberato lo stato di emergenza a seguito di calamità naturali. Non pochi, come emerge dal sito della Protezione civile. E da qui la richiesta al fisco: cosa accade se il proprietario che decide di aderire alla cedolare secca si trova in un Comune che ha sì subito calamità naturali, ma non ha previsto gli specifici accordi per parametrare la locazione a canone concordato previsti solo per le amministrazioni ad alta tensione abitativa? Basta far riferimento all’accordo di un Comune vicino e omogeneo per popolazione.

Bonus mobili e risparmio energetico – Il boom di detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni edilizie registrato negli ultimi anni (+93,8% nella dichiarazione dei redditi del 2015) ha avuto l’effetto di prorogare il bonus per un altro anno, fino al 31 dicembre 2016. Sconto a cui si sono poi aggiunti quello per i mobili e quello per gli elettrodomestici. Incastri di date e requisiti che hanno sollevato diversi dubbi che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito con un caso comune: il bonus mobili per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici si può richiedere per le spese sostenute nel 2016 anche se gli interventi di recupero edilizio (per avere il bonus occorre infatti aver fatto una ristrutturazione) sono stati eseguiti gli anni scorsi, a partire dal 26 giugno 2012, fermo restando il rispetto del tetto massimo di 10mila euro.

Dichiarazione precompilata – Come si possono richiedere le detrazioni dell’ecobunus? Nel 730 precompilato, a partire da quest’anno, i dati relativi ai bonifici degli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica sono già riportati nelle dichiarazione dei redditi. Ma non saranno inseriti direttamente nel modello: saranno riportati solo nel foglio informativo allegato per consentire al contribuente di verificare la presenza di errori, visto che queste detrazioni vengono spalmate su 10 anni.

Studenti fuori sede – Tra i vari chiarimenti contenuti nella circolare, l’Agenzia delle Entrate si occupa anche di un caso comunissimo: la detrazione Irpef che un genitore può richiedere nel caso in cui il figlio universitario sia in affitto in un’altra città (distante almeno 100 km). L’importo stabilito è il 19% su un importo massimo di 2.633 euro annui per ciascun genitore anche se ci si riferisce a più contratti intestati a più di un figlio. Se invece un solo figlio, sempre a carico di entrambi i genitori, paga un canone annuo ad esempio di 4.200 euro, la detrazione spetta a entrambi i genitori in egual misura nel limite massimo, per ciascuno, di 1.316,50 euro. Mentre se il contratto di locazione fosse intestato, ad esempio, al padre dello studente, il beneficio fiscale spetterebbe solo a quest’ultimo.

Rimborsi dichiarazione dei redditi Dopo le polemiche esplose gli scorsi anni rispetto al ritardo con cui l’Agenzia delle Entrate ha pagato ai contribuenti i rimborsi superiori a 4mila euro (facile arrivarci sommando magari le spese per le ristrutturazioni o gli interessi passivi sul mutuo prima casa) a causa dell’aumento dei controlli, ora il fisco precisa che, anche nel caso in cui dalla dichiarazione modificata dal contribuente emerga un rimborso di importo superiore a 4.000 euro, il controllo preventivo può essere effettuato anche a prescindere dalla presenza di detrazioni per familiari a carico. Ma da quest’anno i contribuenti che si avvalgono di un professionista o di un Caf per presentare la dichiarazione, anche in caso di rimborso superiore a 4mila euro, non subiranno controlli preventivi. Che ricadranno invece sul professionista.

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