“Chiederemo un incontro con il presidente Sergio Mattarella affinché faccia sentire la sua voce in questo momento di grave crisi delle Istituzioni che governano l’Italia, ostaggio di un Partito Democratico che alimenta conflitti di interessi non solo con le lobby del petrolio ma anche con le lobby bancarie, tutto a discapito dei cittadini italiani”. Ad avanzare la richiesta di incontro con il Capo dello Stato – accompagnato dall’hashtag #MattarellaIntervieni – è il Movimento 5 Stelle, che sul blog di Beppe Grillo intende esprimere “la preoccupazione per quella che si sta profilando come una nuova Tangentopoli e di cui stiamo iniziando ad intravvedere solo i primi segnali“. Al centro della lettera indirizzata al Quirinale ci sono il caso ‘Trivellopoli‘ – ovvero l’inchiesta sul petrolio che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi -, le riforme (che M5s spera che il Capo dello Stato blocchi) e la sfiducia al governo Renzi, visto che il Movimento si dice disponibile a votare “qualsiasi altro documento che ne chieda le dimissioni“.


Video di Manolo Lanaro

I grillini, nella missiva, tornano sulla questione che li ha visti protestare duramente in conferenza dei capigruppo al Senato per ottenere la calendarizzazione immediata delle mozioni di sfiducia. “Sarebbe stato opportuno – scrivono i 5 Stelle – votare le mozioni prima dell’approvazione definitiva della modifica costituzionale: segnale di trasparenza e correttezza istituzionale”. Al contrario, proseguono, “si è deciso, in maniera arbitraria e irrispettosa delle istanze delle opposizioni che non c’è alcuna urgenza e posticipato la discussione al martedì successivo al referendum (fronte del Sì e del No a confronto – leggi) e all’approvazione definitiva delle riforme costituzionali mentre dalle intercettazioni emergerebbe, sempre con maggior chiarezza, che questo governo che fa le leggi e gli emendamenti per il compagno di un ministro e che pensa solo agli interessi personali e familistici: il conflitto di interesse, dunque, a nostro avviso, non è ravvisabile solo in capo ad alcuni esponenti governativi, bensì è tutto il governo a portare la responsabilità dei rapporti con i petrolieri, e non bastano le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi a chiudere il caso”.

I 5 Stelle scrivono al Presidente come l’inchiesta e “i nuovi e ulteriori elementi che emergono delle intercettazioni“, “gettano tutto il Paese, già profondamente prostrato e con milioni di italiani sempre più poveri, in un profondo senso di sfiducia nel governo e nel suo operato”. Nella mozione presentata dal Movimento “è racchiuso tutto il nostro sdegno – scrivono i 5 Stelle – e tutta la preoccupazione per un governo che riteniamo delegittimato a cambiare la Carta Costituzionale, perché ‘i fatti riportati – aggiungono citando un passaggio della loro mozione di sfiducia – dimostrano l’esistenza di comportamenti governativi sanzionabili sia sotto il profilo politico sia, ove confermate le risultanze di indagini in corso, sotto quello penale, mediante cui il governo della Repubblica, attraverso i suoi membri, ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri”.

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