Donne

8 marzo, Mattarella: “Violenza su donne è ancora piaga sociale. Ma non buttino loro voto con l’astensione”

Il presidente della Repubblica durante le celebrazioni al Quirinale: "Senza un aumento del lavoro femminile, il paese non avrà la crescita che tutti speriamo e non potremo parlare davvero di uscita dalla crisi"

di F. Q.

Piaga sociale. Il presidente della Repubblica Mattarella ha usato due parole per definire la violenza sulle donne. E lo ha fatto al Quirinale, durante le celebrazioni per l’otto marzo. Il discorso del capo dello Stato, però, ha affrontato anche temi politici. Uno su tutti: l’astensionismo, specie quello femminile, sempre più marcato. “E’ compito della politica riguadagnare la fiducia dei cittadini, con coerenza e serietà, con attenzione al bene comune e ai principi di legalità. Il potere non si legittima da se stesso ma dal servizio che rende alla comunità” ha detto Mattarella, secondo cui “la disaffezione e la distanza che i cittadini avvertono va ridotta con una ripresa della vitalità delle istituzioni e dei partiti, che restano strumento essenziale della vita democratica“. Oggi, però, la situazione appare diametralmente opposta a come dovrebbe essere e il capo dello Stato non ha mancato di sottolinearlo. Il punto dolente è la sempre minore partecipazione della popolazione alle urne: “Dopo tanta fatica per conquistarlo, non bisogna dissipare o accantonare il diritto al voto. L’astensionismo è una ferita che nessuno può permettersi di trascurare: la partecipazione politica dei cittadini oggi si è ridotta, e purtroppo questo avviene di più tra le donne”.

Una denuncia significativa quella di Mattarella, specie in considerazione del luogo e del giorno in cui è stata fatta. Un tema, quello della partecipazione delle donne alla vita istituzionale, che sta molto a cuore al presidente della Repubblica: “Abbiamo ancora tanto da fare per abbattere gli ostacoli concreti che si frappongono alla libertà di tante, troppo donne – ha sottolineato – Mi auguro che la rafforzata presenza delle donne nelle istituzioni, nelle aziende, nelle università, nelle associazioni sociali, nei partiti, nei sindacati contribuisca a superare vecchie barriere culturali che non hanno più ragione di essere”.

Il capo dello Stato, poi, ha ampliato il raggio del suo intervento all’ambito lavorativo femminile. “Non c’è libertà quando la donna a lavoro è vittima di violenze fisiche o morali o viene costretta a spazi di sofferenza” ha detto Mattarella, che poi ha rincarato la dose: “La violenza sulle donne è ancora una piaga della nostra società, che si ritiene moderna, e va contrastata con tutte le energie di cui disponiamo e con la severità di cui siamo capaci, senza mai cedere all’egoismo dell’indifferenza”. Poi la questione occupazionale, con un appello: “Senza un aumento del lavoro femminile, il paese non avrà la crescita che tutti speriamo e non potremo parlare davvero di uscita dalla crisi. Non è vero che il lavoro allontana la donna dalla maternità – ha aggiunto il presidente della Repubblica – E’ vero il contrario: proprio l’aumento del lavoro femminile può diventare un fattore favorevole alle nascite. Le politiche per la famiglia, comprese quelle di conciliazione dei tempi di sua cura con quelli di lavoro, sono un contributo essenziale allo sviluppo equilibrato e sostenibile del paese”.

 

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