La disoccupazione è aumentata per tutti, ma la crisi deflagrata nel 2008 ha colpito gli stranieri che vivono in Italia più di chi nella Penisola ci è nato. In sei anni, tra il secondo trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2014, il tasso dei senza lavoro tra la popolazione che arriva dall’estero è infatti aumentato di 7,1 punti percentuali, passando dal 9 al 16,1%, mentre quello riferito agli italiani è salito “solo” del 5,2%, dal 6,5 all’11,7%. I dati sono contenuti in un rapporto Istat sull’integrazione degli stranieri e dei naturalizzati italiani nel mercato del lavoro. E vanno inquadrati in un contesto in cui il 57% degli stranieri nati all’estero e un terzo dei naturalizzati dichiara di essersi trasferito nel nostro Paese proprio per trovare un’occupazione. La percentuale sale all’80,6% tra gli uomini di cittadinanza romena e al 79,8% per le donne ucraine, ma è superiore al 70% anche per indiani, polacchi, marocchini e cinesi e per le filippine e le moldave.

lavoratori stranieri ostacoliMolto più accentuata rispetto a quella degli italiani anche la flessione del tasso di occupazione, cioè il rapporto tra occupati e popolazione complessiva, che è crollata di 6,3 punti percentuali contro i 3,3 degli italiani. Non solo: quasi il 30% degli occupati stranieri, contro l’11,5% degli italiani, dichiara di svolgere mansioni per cui è troppo qualificato, sia dal punto di vista del titolo di studio sia da quello delle competenze professionali acquisite. Le donne in questo senso sono più penalizzate: quasi 4 su 10 ritengono di svolgere un lavoro poco adatto alla propria qualifica. Diversi anche i canali di ricerca: la maggior parte (59,5%) degli stranieri, contro il 25% degli italiani, ha trovato lavoro non attraverso quelli ufficiali ma grazie al sostegno della rete informale di parenti, conoscenti e amici.

L’indagine Istat contiene anche dati più generali sugli stranieri che vivono in Italia: quelli tra i 15 e i 74 anni rappresentavano nel secondo trimestre 2014 l’8,6% della popolazione residente, i naturalizzati l’1,3%, rispettivamente in aumento del 58,8 e del 28,7% rispetto al secondo trimestre 2008.

Articolo Precedente

Carceri, è importante preparare i detenuti al lavoro 2.0

next
Articolo Successivo

Lavoro: non sarà schiavitù, ma sfruttamento sì

next