E ora? Dopo la performance eccezionale (come da copione) del Front National al primo turno delle elezioni regionali, l’attenzione si sta spostando a domenica 13 dicembre, quando i francesi dovranno ritornare a votare per il secondo turno. Il partito di estrema destra potrà davvero imporsi definitivamente? O le altre formazioni riusciranno a creare un argine anti-Fn? I socialisti hanno già accettato di ritirare la propria lista al ballottaggio in ben tre regioni, così da favorire i candidati della destra classica (i Repubblicani di Nicolas Sarkozy), che lì si sono piazzati secondi, con più chances di vincere contro il Front. Da parte di Sarkozy, invece, un “niet” assoluto (almeno per il momento) a qualsiasi tipo di alleanze.

Quale situazione dopo il primo turno – Secondo i dati del ministero degli Interni, il partito di estrema destra si è ormai imposto come il primo di Francia, con il 27,96% dei suffragi. Al secondo posto, i Repubblicani, con il 26,89%, alleati praticamente ovunque con le piccole formazioni del centro, Udi e Modem. In terza posizione, invece, il Partito socialista, con il 23,33%. Le altre forze della sinistra, i Verdi e il Front de gauche (i comunisti assieme alle formazioni dell’estrema sinistra) si sono in genere presentati separatamente. E hanno ottenuto risultati buoni: si calcola che, aggiunti a quelli dei socialisti, i loro voti portano la percentuale globale della “gauche” a oltre il 36%.

Sei regioni su tredici al Front National – Il partito di estrema destra si è imposto in maniera particolare nelle due regioni dove si presentano come candidate alla presidenza Marine Le Pen e la nipote Marion Maréchal-Le Pen, rispettivamente il Nord (Nord-Pas-de-Calais e Picardia) e il Sud-Est (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Nella prima regione Marine Le Pen ha ottenuto il 40,64%, nella seconda la Maréchal Le Pen ha strappato il 40,55%. Il Fn si è piazzato al primo posto anche altrove: in un’altra regione del Sud, il Languedoc-Roussillon-Midi- Pyrénés; nell’Est (l’Alsazia-Champagne-Ardenne- Lorena: qui il candidato del Front, Florian Philippot, ha registrato una performance particolarmente buona, 36,06% con dieci punti di distacco dal secondo classificato) e poi nella Borgogna-Franca Contea e nel Centro-Valle della Loira. I Repubblicani si sono piazzati in pole position in quattro regioni, il Ps in tre.

Le manovre post primo turno – Secondo la legge elettorale francese, passano al ballottaggio le liste che al primo turno hanno ottenuto almeno il 10%. Inoltre, si possono unire ad altre quelle che hanno raggiunto il 5% di consensi. Da sottolineare: chi poi al ballottaggio finale arriva primo, incassa un premio di maggioranza, che equivale al 25% dei consiglieri regionali. Ebbene, Emmanuelle Cosse, segretario dei Verdi, ha già assicurato che “lavoreremo per la fusione delle nostre liste e quelle della sinistra”. In questo contesto d’emergenza, la sinistra dovrebbe riuscire a unirsi in gran parte del Paese. Non solo: Jean-Christophe Cambadélis, alla guida del Ps, ieri sera ha già annunciato che il partito ritirerà la propria lista nel Nord e nel Sud-Est, dove i candidati della destra classica si sono piazzati al secondo posto e hanno più possibilità di vincere contro il Fn. Stamani ha detto che faranno lo stesso nell’Est, dove esiste un contesto simile. Ma la decisione presa dall’alto dal partito (e con un certo coraggio e, secondo molti, con un notevole senso di responsabilità), rischia di essere contestata dalla base. Nella regione Alzazia-Champagne-Ardenne- Lorena, il candidato socialista Jean-Pierre Masseret si rifiuta per il momento a desistere. Anche nel Sud-Est non mancano polemiche: il candidato dei Repubblicani, Christian Estrosi, che a questo punto gli elettori della sinistra dovrebbero votare, si piazza politicamente su posizioni decisamente a destra e anti-migranti. I militanti socialisti seguiranno davvero le istruzioni del loro partito? Quanto a Nicolas Sarkozy, ha già detto di “rifiutare qualsiasi fusione o ritiro di liste al secondo turno”. Avanti tutta (e da soli) verso il ballottaggio.

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