“Febbrile, lucido e collaborante”. Non sono però critiche le condizioni dell’infermiere di Emergency contagiato dal virus Ebola e arrivato questa mattina all’ospedale Spallanzani di Roma proveniente da Sassari. I medici hanno spiegato, nel corso della conferenza stampa, che “al momento della presa in carico il paziente era febbrile, lucido e collaborante”. Il paziente ha iniziato un trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato, autorizzato da un’ordinanza Aifa”. Intanto il team medico sta valutando anche l’utilizzo di plasma di un donatore guarito. “Abbiamo già contattato il Centro Nazionale Sangue e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell’Oms” dice Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma.

La possibilità che l’infermiere sardo colpito da Ebola abbia contagiato qualcuno in Italia è “trascurabile” dice Ippolito: “Il personale che ha preso in carico il paziente è altamente specializzato e attrezzato”. Intanto la struttura clinica interaziendale che ha gestito l’emergenza “ha disposto un periodo di quarantena per altre tre persone“.

Il trasferimento dalla città sarda alla Capitale è stato organizzato dai ministeri della Salute e della Difesa ed è stato eseguito dall’Aeronautica militare “in alto biocontenimento, seguendo le stesse procedure già attuate nel novembre scorso per il medico siciliano colpito dal virus e poi guarito”.

L’infermiere, che ha prestato servizio in Sierra Leone, era risultato positivo al test, diventando appunto il secondo paziente italiano dopo Fabrizio Pulvirenti. Una notizia che ha sorpreso tutti alla luce delle notizie confortanti sulla progressiva riduzione dei casi in Africa. Il professionista aveva lavorato nel Centro di cura dei malati di Ebola in Sierra Leone ed era arrivato in Sardegna l’8 maggio. Una volta tornato aveva automonitorato le proprie condizioni di salute, come previsto dai protocolli del ministero della Salute e della sua stessa organizzazione nella quale collabora, Emergency. I primi sintomi sono arrivati nella tarda serata di domenica scorsa. Ma infermiere sassarese ha avuto anche alcuni contatti in Italia, dopo essere rientrato dalla Sierra Leone e così “a scopo precauzionale sono state attivate così le procedure di controllo e di sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il paziente”.

“Sapere che siamo tutti qui e gli siamo vicino è per lui una marcia in più per superare questo momento – dice Rossella Miccio, coordinatrice dell’Ufficio umanitario di Emergency -. L’ho sentito al telefono quando è rientrato e ci ha avvertito dei primi sintomi. L’ho sentito anche ieri sera prima del trasferimento, è sereno ed è una persona solida”. L’operatrice esclude che ci siano possibilità di contagio. “Non credo perché malattia è contagiosa quando ci sono i sintomi – spiega – e lui appena ha avuto la febbre si è autoisolato e ha contattato le autorità“. Una notizia confermata anche da Luigi Arru, assessore alla Sanità della Regione Sardegna. “Al suo rientro dalla Sierra Leone – spiega – il cooperante si è messo in quarantena per 21 giorni come da protocollo, poi con un codice rosso è stato portato in ambulanza a Malattie infettive, senza passare dal Pronto soccorso”.

“La giornata mondiale dell’Infermiere che si celebra oggi è dedicata all’infermiere di Emergency contagiato da Ebola –  Gino Strada in un post su Facebook – . Il 12 maggio ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale dell’Infermiere. Ieri un infermiere di Emergency, da poco rientrato dalla Sierra Leone dove curava i malati di Ebola, è risultato positivo al virus. A lui, amico sardo che ha compiuto il suo dovere con passione e professionalità, il mio pensiero e la speranza di riaverlo presto al nostro fianco”.

Una donna della Sierra Leone con sintomi sospetti di Ebola è in arrivo all’ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento nazionale insieme allo Spallanzani di Roma. Secondo l’Adnkronos,  la donna, tornata in Italia a inizio maggio, ha mostrato sintomi specifici che si sono aggravati nelle ultime ore, rendendo necessari gli accertamenti del caso.

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