Una sperimentazione per allungare la vita al doppino di rame. E’ questa l’ultima trovata di Telecom Italia che, grazie ad un’intesa con Fastweb, cerca di rivitalizzare l’ultimo miglio posticipando di fatto gli investimenti in fibra fino a casa dell’utente finale (Fiber to the home, Ftth). L’intesa stretta tra i due operatori porterà i suoi frutti solo nel 2016, anno in cui Telecom e Fastweb sperano di poter commercializzare un innovativo adsl (Vdsl enhanced) su architettura Fiber to the cabinet (Fttc, letteralmente fibra fino all’armadietto di strada). Intanto però già oggi l’accordo suona come una risposta alla decisione della Cassa Depositi e Prestiti di andare avanti sulla banda ultralarga con o senza Telecom. Al lato pratico, però, salvo colpi di scena nel 2016 gli italiani che avranno la soluzione tecnologica proposta dal tandem Telecom-Fastweb, potranno scaricare dati al massimo per 100 megabit al secondo, velocità che cala drasticamente all’aumentare della distanza dall’armadietto di strada. Quelli che invece avranno la fibra potranno contare ovunque su una capacità anche superiore al Gigabit al secondo come già accade negli Stati Uniti e in Corea. Detta in altri termini, per scaricare un film da 8 Giga, con la tecnologia sperimentata dall’ex monopolista ci vorranno almeno undici minuti, mentre la stessa operazione fatta con la rete in fibra non necessita di più di sessanta secondi.

Quindi un prodotto di seconda qualità che per Telecom rappresenta senza dubbio la soluzione più economica perché gli eviterebbe di sostenere nell’immediato il costo degli scavi per la posa della fibra all’ingresso di ogni singolo condominio. Il gruppo guidato da Marco Patuano e quello diretto da Alberto Calcagno sono però ben coscienti che il futuro è nella fibra. Per questo l’ex monopolista non ha mai definitivamente accantonato il dossier Metroweb, azienda controllata dai fondi F2i e Fsi (Cassa Depositi e Prestiti), che è candidata a diventare il veicolo per lo sviluppo della banda larga nel Paese. La partita è del resto ancora aperta come testimonia l’incontro di martedì 5 maggio, alla sede del Partito Democratico di Roma, fra i principali operatori telecom, i presidenti di Agcom e Antitrust, rispettivamente Angelo Cardani e Giovanni Pitruzzella, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, il presidente di Cdp, Franco Bassanini, i deputati Pd Sergio Boccadutri e Ernesto Carbone. Al centro del dibattito ci sono stati fondamentalmente due temi: la tecnologia per la digitalizzazione del Paese alla luce della disponibilità dell’Enel di offrire la propria rete ai fini del cablaggio e gli investimenti nelle zone a fallimento di mercato (aree bianche) con piani vincolanti come previsto dalle normative europee. Non è stato oggetto di discussione il futuro di Metroweb. Argomento sul quale Patuano riferirà al prossimo consiglio di amministrazione di Telecom (giovedì 7 maggio) in cui si dovrà tener conto anche della volontà del premier Matteo Renzi di accelerare sul piano di sviluppo della fibra.

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