Se ammazzi qualcuno perché ti metti consapevolmente alla guida ubriaco o sotto effetto di stupefacenti, non devi mai più guidare in vita tua. Il concetto sembrava giusto e ragionevole non solo all’opinione pubblica, che a volte si lascia contagiare dall’emozione suscitata da certi terribili fatti di cronaca, ma anche del legislatore. Tanto che nel disegno di legge depositato il 20 giugno 2013 al Senato, l’articolo 6 comma 1a era dedicato proprio all’impossibilità di conseguire nuovamente la licenza di guida da parte di chi fosse definitivamente stato condannato per il nuovo reato di omicidio stradale. Quell’ergastolo della patente chiesto a gran voce anche dalle associazioni dei parenti delle vittime della strada che avevano manifestato in tutta Italia lo scorso 24 marzo.

Ma lungo il tortuoso iter legislativo italiano, s’iniziano già a perdere i primi pezzi. Il 21 aprile, durante la sessione della Commissione Giustizia che discute il disegno di legge, sono state depennate tutte le modifiche al Codice della strada che prevedevano l’ergastolo della patente. La motivazione? La riporta il resoconto della seduta. Il relatore Giuseppe Luigi Cucca (Pd) dapprima annuncia di aver presentato un nuovo testo, fra le cui modifiche c’è anche la cancellazione dell’ergastolo della patente, e poi “esprime forti perplessità sull’eventuale inserimento di una revoca permanente della patente come pena accessoria alla condanna (…) in quanto un simile meccanismo sanzionatorio – per la definitività dei suoi effetti – non gli appare difendibile sul piano della legittimità costituzionale”. Secondo Cucca, insomma, togliere per sempre l’arma (in questo caso la patente) a un omicida sarebbe incostituzionale. E la Commissione gli ha dato ragione, se è vero che ha accettato di adottare il nuovo, mutilato testo proposto da Cucchi.

Ora c’è tempo fino alle 15 di oggi 27 aprile per presentare emendamenti. Che si spera arrivino numerosi. Lo stesso Matteo Renzi, non più tardi del dicembre scorso, aveva detto, in un video indirizzato alla famiglia di Lorenzo Guarnieri, morto in un incidente: “Il tempo dell’impunità è finito. L’omicidio stradale e l’ergastolo della patente sono interventi che il Parlamento ha iniziato ad affrontare” e che sarebbero stati introdotti nel corso del 2015. Se l’iter parlamentare si blocca, aveva annunciato il premier, interverrà il governo.

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