Mi sento un menagramo, poiché mesi fa avevo accennato di sfuggita all’archetipo delle ricorrenti siccità californiane alla Conferenza Internazionale sul tema Water and Development, che la Fondazione Eni Enrico Mattei aveva indetto assieme all’Accademia dei Lincei a Milano. Quando il governatore Brown, un navigato politico democratico, ha gettato la spugna e iniziato a razionare l’acqua, mi sono pentito. Mai parlare a vanvera del futuro: se ci azzecchi, ti eviteranno come la peste in quanto iettatore; se non ci pigli, sarai deriso da tutti  in quanto fesso. Solo gli economisti e i politici sono esentati, poiché nessuno chiede mai loro ragione delle loro previsioni, né loro la danno.

Dai tempi di California dreamin’, laggiù abbiamo ambientato i nostri sogni. Quelli di coloro che vivono con un cielo grigio su. E, on such a winter’s day, sognano la California, tanto da cercare un po’ di blu in quello Stato ricco di sole e mare e natura, gonfio di cultura e ricchezza, pervaso dall’innovazione e dal genio. Non a torto: se fosse uno stato indipendente, la California sarebbe la settima potenza mondiale, grande circa la metà dell’Italia, due terzi degli abitanti italiani, più che meno lo stesso Pil. Un paese splendido, ambita meta di vacanze e mitico luogo di lavoro per la sua fertilità scientifica e imprenditoriale. Le falesie e le spiagge, i vigneti, Hollywood, la Silicon Valley…

In questo Eden, e non nelle plaghe del sottosviluppo, l’uomo sta sperimentando che cosa vuol dire raschiare il barile. Che cosa significa rasentare i limiti della crescita che molti ancora negano. E i californiani sanno che i rimedi del governatore non saranno un tampone all’emergenza, ma diventeranno misure strutturali, che potranno cambiare degli stili di vita.

California, la siccita' fara' scomparire il lago di Cachuma

Nel secolo scorso e, soprattutto, negli ultimi 30 anni le siccità californiane sono state frequenti, come ho sperimentato di persona più di una volta e come viene ben documentato dai servizi tecnici. La siccità in corso, iniziata nel 2012, ha assottigliato le riserve idriche fino a ridurle ai minimi termini, con gravi danni all’agricoltura, all’economia e all’ambiente, poiché sta distruggendo anche gli ecosistemi. Questa siccità è la peggiore mai registrata da quando, circa 120 anni fa, l’uomo ha cominciato misurare le grandezze idrologiche con cui si valutano i livelli aridità. Anzi, una recente analisi paleoclimatica, basata sull’esame degli anelli degli alberi, in particolare quelli della quercia blu (quercus douglasii), indica come la siccità di oggi sia la peggiore degli ultimi 1000 anni. Tra le bellezze della California ci sono alberi molto longevi, che hanno registrato la vicenda climatica con gli anelli del loro fusto: ampi nei periodi umidi e stretti in quelli secchi. E sono indicatori affidabili.

La siccità californiana, seguita con attenzione e competenza da servizi tecnici che sono però impotenti di fronte alle misure per diminuirne l’impatto, ha messo a nudo contraddizioni e conflitti molto profondi, non senza qualche polemica. L’agricoltura consuma circa l’80 per cento delle acque superficiali disponibili in California per uso umano e molti esperti sono convinti che la crisi idrica dello Stato non sarà risolta senza un sostanzioso contributo da parte degli agricoltori, finora esentati da razionamento deciso da Brown: i contadini disoccupati votano, i salmoni no; per questo sono morti nel San Joachim. La California è leader mondiale nella coltivazione di pregio delle mandorle, dei pistacchi e delle noci. E le mandorle californiane succhiano ogni anno tanta acqua quanta basterebbe a rifornire Los Angeles per tre anni.

Forte dell’esperienza dei razionamenti genovesi di 40 anni fa, so che non sono i modelli matematici a dettare le soluzioni, per quanto li abbia studiati allora con l’entusiasmo del novizio, ma la politica. Scegliere allora tra cittadini e acciaio e navi alla fonda non fu facile, ma fu fatto. In caso di emergenza, basteranno i tavoli tecnici della Protezione Civile, inventati nel nuovo millennio? Nel 2007 bastarono, poiché ebbero la stessa funzione dello stregone della pioggia, che nello stesso giorno della prima riunione intorno al tavolo cadde copiosa. Sperem

Articolo Precedente

Isola di Pasqua: un paradiso un po’ infelice

next
Articolo Successivo

Xylella, presidio ambientalista: ruspe bloccate. Ma primi sette ulivi abbattuti

next