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25 aprile 2015, a Cremona messa per i ‘caduti fascisti’. Sindaco: ‘Fatela a maggio’

Il primo cittadino Galimberti (Pd) non dà l'autorizzazione alla celebrazione del rito in ricordo dei morti della Repubblica sociale per il 26 aprile e la sposta al 3 maggio: "E la polizia locale vigilerà sull'apologia di fascismo". Il comitato organizzatore: "Noi la facciamo lo stesso il 26"
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La messa “della discordia”, che non s’ha da farsi, è quella per il Duce che ogni anno si tiene al cimitero di Cremona. Per la precisione: non s’ha da farsi a ridosso del 25 aprile, come avviene ormai da molti anni, scelta in coincidenza o nei giorni vicini all’anniversario della morte di Benito Mussolini (28 aprile 1945).

Tutti gli anni le polemiche non mancano, quest’anno si inizia tuttavia un mese prima per via di una lettera inviata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Galimberti (Pd) ai promotori in cui si dice, in sintesi: no alla celebrazione il 26, come richiesto, bensì il 3 maggio. E ancora: no all’esposizione di simboli e bandiere varie, no a canti e funzione da tenersi nella cappelletta del camposanto e non all’esterno. I promotori, ossia il “comitato per i caduti della Rsi” (la Repubblica sociale italiana), non ci stanno: “Ci saremo lo stesso il 26 e non ci va di farci prendere a pesci in faccia da questo sindaco cattocomunista – avverte Gian Alberto D’Angelo – Abbiamo chiesto l’autorizzazione a settembre e ci hanno risposto a marzo. Non so se mi spiego”. Una celebrazione che avverrà nella massima tranquillità, assicura D’Angelo, “ma che terremo senza se e senza ma, in memoria dei nostri defunti”.

E che ne pensa il sacerdote che questo “rito” lo celebra da anni? “La messa è legittima, io non posso rifiutarmi di celebrarla”, commenta don Oreste Mori, il cappellano del cimitero. “L’unica cosa che posso fare, se i promotori non hanno intenzione di fare un passo indietro, accettando la data del sindaco, è chiamare in causa il vescovo e farmi dire da lui come devo comportarmi”. E la palla avvelenata passa in curia. Il sindaco Galimberti ribadisce ciò che ha scritto nella lettera: “E’ stata autorizzata la funzione richiesta il 3 maggio – spiega – Sono vietate e non autorizzate l’esposizione di simboli, la manifestazione di gesti e l’esibizione di inni e canti che costituiscano l’apologia del fascismo, reato previsto dalla legge italiana. La polizia locale vigilerà sul divieto costituzionale”.

“Sindaci di ogni colore politico, negli anni – afferma D’Angelo – hanno sempre mostrato accondiscendenza, non avendo noi mai fatto del male a nessuno, senza fare storie e spostare la data”. Ora, con un sindaco sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, con al suo interno anche una componente legata a Rifondazione comunista e Sinistra Ecologia Libertà, la richiesta di celebrare i caduti fascisti attorno al 25 aprile, anniversario della Liberazione, la si ritiene forse ancora più fuori luogo e da respingere. E quindi, come fanno sapere dal Comune, ci sono già “contatti in corso con le forze dell’ordine, questura e prefettura, per la gestione dell’ordine pubblico”.

Twitter: @bacchettasimone

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