È vero, avremmo dovuto accorgercene da tempo, ma solo oggi, incappando nella nota di Annamaria Pasetti su Il Fatto abbiamo appreso dell’anteprima di “Cinquanta sfumature di grigio”, il film tratto dal best seller sul sadomaso da tinello. E quando te l’hanno astutamente piazzata la Prima? Nel weekend di San Valentino, che cadrà sabato. Ma il 14 febbraio c’è anche la serata finale di Sanremo. Una congiunzione di eventi in cui le sfumature del pop tendono al sublime, e già immaginiamo le seratine di coppia a base di cenettine, cuoricini alla nutella, frustatine timidamente arrangiate e, finalmente, canzoncine.

Che faranno gli autori sanremesi: inseriranno, per non perdere l’onda, qualche accenno al film da tanto tempo atteso da parte di quello stesso pubblico generalista (il “noi” collettivo) che da decenni segue con occhio più o meno distaccato il Festival del nazionalmente corretto? Qualche perplessità l’avranno di sicuro, perché alla Rai non si addice la camera da letto (figuriamoci la camerina da torturina erotica) e son sempre pronte a bizzeffe le associazioni che sorvegliano i limiti del pubblicamente dicibile. Ma l’attualità del film, per non dire della ciclonica diffusione della trilogia delle sfumature, è lì e non puoi far finta che non esistano. Una qualche strizzatina d’occhio, dopo la sbandata bigotta sulle cinquanta sfumature di prole (lì certo di frustini non c’è traccia) ci vorrebbe. A meno che non pensino di aver già concesso la giusta dose di “trasgressione” con l’arrivo del signor Conchita, quello con la barba davanti e la mamma tatuata di dietro. Ma suvvia, il genere trans è ormai affermato in tv e presidia i talk del pomeriggio. E dunque l’attesa della trasgressione furbetta è ancora tutta da soddisfare.

E intanto la Rai ha da fregarsi le mani perché la seconda serata di quest’anno è andata (40%) molto meglio di quella corrispondente del 2014 (34%). In effetti il modello conversevole a la “Che tempo che fa” del Fazio-Litizzetto dell’anno passato era ormai senza fiato, specie tra i più giovani, che invece quest’anno sono presenti in massa.

Ma va anche segnalato che, Sanremo o non Sanremo, “Chi l’ha visto” si è tenuto due terzi dei suoi usuali spettatori e che, addirittura per “Il Segreto”, la telenovela spagnola su Canale 5 è come se il Festival non ci fosse. Sono stati 4 milioni gli spettatori orami in confidenza con i volti del villaggio spagnolo di Ponte vecchio, a inizio ‘900, tra intrighi, timori e tremori del common people. E non basta certo Charlize Teron a dirottare quell’attenzione altrove. Ci vorrebbe Pepa.

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