La vendetta sembra essere appena cominciata. L’attacco sferrato dalla Jordan Air Force contro lo Stato islamico in Siria , nome in codice “Operazione martire Muath“, è l’inizio della nostra ritorsione in risposta a questa orribile e brutale uccisione del nostro giovane e coraggioso pilotaMuath al Kasasbeh. Lo ha detto il ministro degli Esteri della Giordania, Nasser Judeh, in un’intervista rilasciata alla Cnn. Judeh ha aggiunto che il Paese sta “alzando la posta in gioco”, inseguendo i militanti “con qualsiasi mezzo abbiamo”.

Giovedì, hanno annunciato le Forze armate di Amman in un comunicato, “decine di caccia” hanno centrato e “distrutto” postazioni dell’Isis: depositi di munizioni e campi di addestramento. Non si precisa dove. “Pagheranno per ogni capello di Muath”, conclude il comunicato. Dopo la missione, i caccia hanno sorvolato la città natale del pilota. Un funzionario Usa ha riferito a Reuters che alla missione ha partecipato anche l’aviazione degli Stati Uniti, fornendo informazioni di intelligence, di sorveglianza, ricognizione e supporto alla scelta dei bersagli. Stando alla fonte, i raid hanno preso di mira diversi obiettivi intorno a Raqqa.

Nella capitale Amman migliaia di persone sono scese in piazza per gridare la loro rabbia contro lo Stato islamico. “Morte a Daesh (acronimo dell’Is in arabo, ndr)”, è stato uno degli slogan lanciati dai dimostranti, che hanno marciato mostrando cartelli con l’immagine del pilota. Alla manifestazione si è unita anche la quarta e ultima moglie di re Hussein, la Regina Madre Noor, e la regina Rania, consorte di Abdullah, che ha mostrato una foto del pilota arso vivo dai militanti. “Muath è morto a testa alta per il suo Paese e per la sua fede, difendendo la nostra umanità comune. Siamo uniti nel dolore e nell’orgoglio per il nostro coraggioso martire“, ha detto la regina.

Al Jazeera: “Movimenti di truppe giordane al confine con l’Iraq”
Fonti della polizia di frontiera irachena nella provincia occidentale di Al Anbar hanno riferito all’emittente Al Jazeera che movimenti di truppe giordane si registrano vicino al confine con l’Iraq. Secondo le fonti, il movimento di un elevato numero di militari giordani non è inusuale. L’Anbar è una delle province irachene dove è più radicata la presenza dei jihadisti.

Amman rimette in libertà predicatore di Al Qaeda in chiave anti-Isis
Come parte dells sua strategia anti-Isis, Amman ha rimesso in libertà nelle ultime ore un leader jihadista noto per esser stato il padre spirituale del qaedista Abu Mussab Zarqawi e di aver esplicitamente accusato di miscredenza il regime saudita. Lo riferisce la tv panaraba Al Arabiya, secondo cui il 55enne Abu Muhammad al Maqdisi, alias Issam Taher al Barqawi, con passaporto giordano ma di origini palestinesi, potrebbe essere usato dalle autorità giordane per rivolgere ai suoi seguaci sermoni anti-Stato islamico. Dal 2013 l’Isis si è esplicitamente mostrato ostile ad Al Qaeda e alle correnti jihadiste che hanno preceduto la nascita del sedicente califfato, dal giugno scorso guidato da Abu Bakr al Baghdadi, già leader dal 2007 del braccio iracheno di Al Qaeda. Al Maqdisi, che ha completato parte dei suoi studi a Mosul, in Iraq, attuale capitale del territorio amministrato dall’Isis, ha condiviso gran parte dei suoi anni di formazione con numerosi leader jihadisti in seguito confluiti nell’Isis.

Rania e Abdullah II in visita alla famiglia del pilota
Giovedì il re Abdullah II e la regina Rania si sono recati a Karak, città 120 chilometri a sud della capitale Amman, per porgere le condoglianze ai familiari di Muath al Kasaesbeh. I parenti del pilota hanno accolto i loro ospiti sotto una tenda eretta, come da tradizione, per ospitare le cerimonie di lutto. “Il sangue del nostro pilota martire ed eroe non sarà versato invano e la risposta della Giordania e del suo esercito a quell’atto criminale e codardo sarà dura”, ha affermato Abdullah II. Al Arabiya pubblica una foto che ritrae la regina in un abbraccio con Anwar Tarawneh, moglie del pilota, che si dispera appoggiando la testa sulla spalla di Rania. La donna – riporta la stampa araba – ha rivelato di aver appreso la notizia della morte del marito dopo aver letto un post su Facebook in cui era scritto: “Riposa in pace, Muath”. I due  erano sposati da solo cinque mesi.

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