Un fotografo pachistano dell’agenzia France Press è stato gravemente ferito – e non morto come riportato dall’agenzia Ansa in precedenza – oggi durante scontri a Karachi in Pakistan fra manifestanti che protestavano contro la pubblicazione di vignette satiriche su Maometto da parte di Charlie Hebdo e la Polizia. Lo riferisce DawnNews Tv. Almeno altre due persone, tra cui un giornalista, sono invece rimaste ferite negli scontri fra polizia e dimostranti avvenuti fuori dal consolato francese a Karachi, in Pakistan, dove si sono svolte manifestazioni contro il settimanale satirico francese che in prima pagina, dopo l’assalto alla redazione di Parigi, ha pubblicato il profeta in  lacrime con la scritta “Je suis Charlie“.

I dimostranti, per la maggior parte studenti di un’università locale, dopo gli scontri si sono spostati in una zona vicino al consolato ma hanno rifiutato di andarsene. Si tratta delle prime manifestazioni contro le vignette. Decine di migliaia di poliziotti e di paramilitari erano stati schierati nelle principali città del Pakistan proprio in vista delle manifestazioni annunciate per oggi. Le manifestazioni sono state organizzate da vari gruppi e partiti islamici, che hanno invitato la gente a scendere in piazza dopo la preghiera del venerdì in moschea. Ieri il parlamento pakistano ha criticato le nuove vignette su Maometto. “Questa aula condanna la pubblicazione di vignette sul profeta in Francia”, si legge in una risoluzione dell’Assemblea Nazionale di Islamabad, votata da tutti i partiti. “Chiediamo alla comunità internazionale – si legge ancora – compresa l’Unione europea, di assicurare che questi fatti non si ripetano”.

Dopo la seduta, i deputati si sono uniti in corteo di fronte alla sede del Parlamento a Islamabad. “Perché la gente in Occidente fa questo, quando sa che la punizione per queste azioni è la morte, in base alla nostra sharia?”, si è chiesto il ministro delle Ferrovie, Saad Rafiq, durante la manifestazione. Tra gli organizzatori delle manifestazioni di oggi, c’è la setta sunnita Tehreek, che controlla circa 100.000 moschee in tutto il paese. “Diremo al mondo che le caricature hanno ferito i sentimenti di oltre un miliardo di musulmani”, ha fatto sapere Sarwat Ijaz Qardi, leader del gruppo, in un comunicato. Anche il partito Jamaat-e-Islami, che fa parte della coalizione al governo nella provincia nord-occidentale del Khyber-Pakhtunkhwa, parteciperà alla marcia, come ha annunciato il suo leader Sirajul Haq.  Precedenti manifestazioni contro rappresentazioni del profeta Maometto hanno fatto molte vittime in Pakistan. Nel 2012, più di una decina di persone ha perso la vita nel corso di una protesta contro un video diffuso su YouTube sulla vita del profeta.

Siria, migliaia in piazza contro Charlie Hebdo
Migliaia di persone, tra cui donne e bambini, sono scesi in piazza oggi in Siria per manifestare contro le vignette di Charlie Hebdo a una settimana dalla strage nella redazione parigina costata la vita a 12 persone. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli attivisti hanno riferito di manifestazioni nei quartieri di al-Mashehad, Salah al-Din e al-Sekkari ad Aleppo, nel nord della Siria, dove già ieri sera erano stati bruciati manifesti con la scritta ‘Je suis Charliè. Oggi proteste si sono svolte anche nella campagna di Homs, a Deir Ezzor, a sud di Damasco, ad al-Ghouta, Daraa e nella campagna di Idlib. I manifestanti hanno chiesto rispetto per le religioni e di evitare pregiudizi.

Libano, cortei a Beirut: chiusa strada per l’ambasciata di Francia
Centinaia di persone sono scese in piazza a Beirut per contestare le nuove vignette di Charlie Hebdo a una settimana dalla strage nella redazione parigina costata la vita a 12 persone. Lo riporta il sito di The Daily Star spiegando che nel sobborgo di Mreijeh, a sud della capitale libanese, un centinaio di persone hanno manifestato contro la rivista esponendo striscioni e cantando slogan religiosi. A est Beirut, invece, la polizia ha bloccato la strada che conduce all’ambasciata di Francia per evitare che i manifestanti potessero raggiungerla. Nella città meridione di Sidone, manifestanti palestinesi si sono riuniti davanti alla moschea di Khaled Bin Walid all’ingresso del campo profughi di Ain al-Hilweh per denunciare le vignette. “La nostra vita è vostra, o Maometto”, hanno intonato alcuni, “Né Maometto, né Gesù sono salvi da Charlie Hebdo”, hanno detto altri.

Turchia, a Istanbul folla canta: “Siamo tutti Kouachi”
“Siamo tutti Kouachi”. E’ questo lo slogan scandito da un centinaio di persone che si sono riunite a Istanbul, davanti alla moschea del quartiere di Fatih, per rendere omaggio a Cherif e Said Kouachi, gli autori della strage del 7 gennaio. A organizzare la manifestazione è stata la Piattaforma dei fratelli del profeta, un’organizzazione islamista radicale accusata di legami con Al Qaeda. Durante la manifestazione è stato srotolato uno striscione con le fotografie dei fratelli Kouachi e del fondatore di Al Qaeda Osama bin Laden. I manifestanti, che stavano recitando una preghiera funebre e scandendo “Dio è grande”, sono stati dispersi dalla polizia turca.

Afghanistan, a Kabul bruciata la bandiera francese
Un gruppo di manifestanti è sceso in piazza a Kabul dopo la preghiera del venerdì alla moschea di Abu Bakr-e-Sediq Mosque intonando slogan contro la Francia, bruciando la bandiera francese e lodando i due attentatori di Charlie Hebdo. ”Condanniamo con forza la pubblicazione delle vignette sul Profeta Maometto e lodiamo il mujahedin che ha condotto l’attacco al giornale francese”, ha detto l’imam Maulawi Salahuddin durante il sermone, invitando i fedeli ad “attaccare gli invasori stranieri in Afghanistan”.

Gerusalemme, bandiere di Hamas sulla spianata delle Moschee
Centinaia di palestinesi hanno manifestato al complesso della moschea di al Aqsa, a Gerusalemme Est, affermando che “Dio è grandè’ e “Maometto è il nostro leader”. “Possano le nostre vite essere sacrificate per Maometto”, hanno detto i partecipanti al corteo sventolando bandiere di Hamas e contestando la partecipazione del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) alla marcia di domenica a Parigi.

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