L’accordo raggiunto tra Cina e Usa sul taglio delle emissioni di CO2 negli anni a venire è una di quelle notizie che fanno il giro del mondo in un istante. I leader delle due più grandi superpotenze mondiali, Obama e Xi Jinping, sembrano aver finalmente compreso che per fermare il riscaldamento globale occorre agire subito.

Certo, ancora niente di risolutivo per il futuro del Pianeta. I termini dell’accordo sono infatti troppo poco ambiziosi. Gli Usa si sono impegnati a diminuire le proprie emissioni del 26-28 per cento al 2025, rispetto ai livelli del 2005, mentre la Cina ha dichiarato la propria intenzione di ridurre il picco delle emissioni entro il 2030, raggiungendo per tale data anche una quota del 20 per cento di energia da fonti non fossili (in maggior parte rinnovabili).

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Per gli Usa, se vogliamo, addirittura un leggero passo indietro. Cinque anni fa, durante la Conferenza di Copenaghen del 2009, gli Stati Uniti avevano dichiarato che avrebbero ridotto le proprie emissioni di CO2 del 30 per cento al 2025, quindi una riduzione più cospicua rispetto a quanto annunciato poche ore fa. Eppure, come dimostra lo scenario Energy Revolution di Greenpeace, per gli Stati Uniti sarebbe possibile tagliare di ben il 39 per cento la quota di emissioni interne entro la stessa data, semplicemente adottando opportune politiche basate su efficienza e rinnovabili.

Per quanto riguarda la Cina, invece, quello che non convince sono prima di tutto le tempistiche: considerando che per la prima volta in questo secolo sono diminuiti i consumi nazionali di carbone, l’obiettivo di riduzione del picco delle emissioni si potrebbe e dovrebbe raggiungere ben prima del 2030.

L’importanza di questi impegni è comunque innegabile, soprattutto a livello politico. L’accordo arriva infatti alla vigilia della conferenza di Lima e chiarisce definitivamente le posizioni delle più grandi (ed inquinanti) economie mondiali. Ad aprirsi, ora, è la fase delle trattative in vista della conferenza sul clima di Parigi 2015, appuntamento durante cui ci si attende la ratifica di un accordo globale contro i cambiamenti climatici.

Fondamentale in questa fase di dialogo sarà l’apporto dell’Ue. Obama e Xi Jinping hanno dimostrato di guardare con molta attenzione a quanto accade in Europa, e non è un caso che l’intesa tra Cina e Usa arrivi a meno di un mese dall’annuncio dell’Ue sui target al 2030 in materia di clima e energia. Obiettivi decisamente modesti e poco ambiziosi. Una mancanza di coraggio, quella dimostrata dai leader europei lo scorso 24 ottobre, su cui si sono appiattiti anche i negoziati tra Usa e Cina.

L’accordo odierno dimostra comunque che i leader mondiali stanno finalmente iniziando a prendere coscienza di quanto affermato dalla scienza, chiesto dai cittadini e confermato da alcune aziende virtuose: per fermare i cambiamenti climatici occorre agire subito e insieme, puntando su rinnovabili ed efficienza energetica.

Gli annunci di oggi devono essere il punto di partenza su cui costruire politiche ambiziose e non un traguardo su cui adagiarsi. È il momento di accelerare, la rivoluzione energetica è iniziata e non si fermerà. Non ci sono altre alternative, il futuro è rinnovabile.

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