Quasi mille lettere di licenziamento in arrivo. Nella notte tra venerdì e sabato Alitalia, ancora in attesa dell’ok della Commissione Ue alle nozze con Etihad, ha firmato con le organizzazioni sindacali di categoria Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo la seconda procedura di mobilità per un totale di 994 dipendenti, di cui 879 addetti di terra, 61 piloti e 54 assistenti di volo. La prima fase di uscite, quella volontaria, aveva coinvolto 713 lavoratori, di cui 143 pensionabili e 570 volontari.

L’annuncio è stato dato da Filt-Cgil, che non ha sottoscritto l’accordo, rimanendo dunque sulla linea di opposizione adottata in occasione della precedente intesa del 12 luglio, quella propedeutica all’ingresso degli emiratini nel capitale. Ora manca solo un passaggio formale al ministero del Lavoro, poi, dal 31 ottobre, partiranno le lettere destinate ai dipendenti in esubero. Nel frattempo la compagnia ha previsto la possibilità di aderire spontaneamente alla mobilità, con un incentivo non specificato, cosa che contribuirà a ridurre il numero dei licenziamenti “forzati”.

La Federazione dei lavoratori trasporti, nella nota diffusa sabato, ha ribadito: “Permangono tutte le perplessità che avevamo espresso in merito ai criteri di individuazione del personale da porre in mobilità e all’incertezza sulla ricollocazione del personale presso le società terze che a oggi non risultano definitivamente individuate”. Filt, inoltre informa che a seguito dell’invio delle lettere di licenziamento “la nostra azione proseguirà perché l’avvio della nuova Alitalia sia in grado di ridare occupazione e speranza ai quasi mille licenziati”. Qualche settimana fa i dipendenti Alitalia avevano contestato l’apertura delle selezioni da parte di Etihad senza considerare la ricollocazione del personale in mobilità.

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