L’ex direttore del Sisde Mario Mori si è rifiutato di essere ascoltato in audizione dal Copasir, il comitato parlamentre di controllo sui servizi segreti, riguardo alle operazioni Farfalla e Rientro, condotte insieme al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia per avvicinare alcuni detenuti in regime di 41 bis. “E’ molto semplice”, ha spiegato il generale all’Ansa. “Siccome l’operazione ‘Farfalla’ fa parte del processo sulla trattativa, la mia intenzione è parlarne in quel processo e non voglio anticipare le mie mosse in un’altra sede”.

Nel processo sulla trattativa Stato-mafia, Mori è imputato per  violenza o minaccia al corpo politico dello Stato, con l’aggravante dell’articolo 7, per aver favorito Cosa nostra. Il suo gran rifiuto è un caso politico: “E’ inaccettabile se ciò avvenisse”, affermano i parlamentari del M5S in una dichiarazione congiunta. “E’ inimmaginabile che ci si possa rifiutare di comparire dinnanzi a una istituzione dello Stato che indaga su vicende delicatissime per la storia del Paese”. L’audizione  è in calendario la settimana prossima. 

“Ho parlato con il generale Mori per invitarlo a partecipare all’audizione”, dice all’Adnkronos Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. “Il generale mi ha anticipato la sua contrarietà, giustificandola con esigenze legate alla sua strategia difensiva per i procedimenti in cui è coinvolto. Gli ho comunicato che gli avrei fatto pervenire la richiesta in modo ufficiale, cosa che ho già fatto. Attendiamo da lui una risposta ufficiale e formale”. Aggiunge Stucchi: “Pur rispettando le sue idee, mi auguro che Mori valuti attentamente la nostra richiesta, anche perché per un lungo periodo è stato direttore di un pezzo importante della nostra Intelligence, e proprio nel periodo che è oggetto di indagine del Copasir”.

Dopo quelle dei giorni scorsi, un’altra serie di audizioni sul Protocollo Farfalla è in programma la prossima settimana al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Martedì il Comitato ascolterà i pm Maria Monteleone e Erminio Amelio, che nel 2006 hanno indagato l’ex funzionario del Dap, Salvatore Leopardi accusato di aver girato al Sisde – tagliando fuori l’autorità giudiziaria – notizie raccolte sul camorrista Antonio Cutolo. Mercoledì sarà la volta di uno dei due protagonisti principali dell’accordo, insieme all’ex direttore del Sisde Mario Mori: l’ex direttore del Dap, Giovanni Tinebra. Giovedì toccherà all’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro e al generale Pasquale Angelosanto, ex collaboratore di Mori al Ros ed al Sisde.

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