Ed ora? E’ solo una questione di tempo. Giorni, settimane, mesi? Boh. Chissà. Luigi De Magistris verrà sospeso dalla carica di sindaco di Napoli per una criticabilissima e forse profondamente ingiusta sentenza di condanna per abuso d’ufficio sui metodi d’indagine di “Why Not”, un’inchiesta sullo sperpero dei fondi europei in Calabria che gli venne sottratta sul più bello quando era pm a Catanzaro. E dovrà anche patire la sofferenza dell’indeterminatezza dei tempi del provvedimento. Conoscendo il carattere di De Magistris, la situazione, oggettivamente stressante, ne inasprirà atteggiamenti e linguaggio. Infatti in questi momenti sta dichiarando in consiglio comunale sull’esistenza di “uno Stato profondamente corrotto” e a chi lo invita alle dimissioni ha detto: “Guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici”. Parole di un uomo ferito e profondamente scosso da un verdetto da lui ritenuto, a caldo “un gravissimo errore giudiziario”. E chi vi scrive è d’accordo con lui.
Però mi chiedo: per quanto tempo potrebbe durare questa situazione di enorme tensione che inevitabilmente si riverbererà sui rapporti tra il Comune di Napoli e le istituzioni col rischio di comprometterli senza rimedio? Dipende dai tempi di trasmissione, da parte del Tribunale di Roma, del dispositivo di sentenza alla prefettura di Napoli. Primo passo di una procedura di esclusiva competenza del prefetto di Napoli. Per il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, tra la condanna e la sospensione furono sufficienti una decina di giorni. In altri casi, per un consigliere comunale di un comune del vesuviano, ci vollero quasi due mesi. Nel Lazio, la sospensione del sindaco di Sperlonga è arrivata circa sette mesi dopo la condanna.
Tra le varie storture della Severino, andrebbe annoverata anche questa.
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