All’Istituto tecnico Agrario di Mutigliano (Lucca), sei aule e un laboratorio sono inagibili: i soldi per rifare i pavimenti non sono bastati e così negli spazi rimanenti si sono usate delle toppe. All’Ipsia di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) servono fondi perché l’edificio rispetti le normative antincendio. L’istituto primario di Salò invece accoglierà gli studenti con cancellata nuova e mura tinteggiate. L’Italia torna sui banchi di scuola e mette alla prova del piano dei finanziamenti del governo Renzi. Annunciati, poi rivisti e ora in arrivo. La tabella di marcia scandita dal presidente del Consiglio è partita a fine luglio con i primi lavori di manutenzione (infissi, intonaco e riscaldamento). Ma per gli interventi strutturali bisognerà aspettare almeno il 2015. 

L’8 settembre 2014 è iniziato il viaggio de ilfattoquotidiano.it tra le scuole d’Italia grazie alle segnalazioni dei lettori e dei nostri collaboratori (raccontate le vostre storie sulla pagina Facebook “La mia scuola è). Dove e come sono stati spesi i soldi del governo? Vogliamo scoprirlo e monitorarlo insieme a voi. Il giorno della fiducia in Parlamento Renzi aveva promesso che alla scuola sarebbero andati 3,5 miliardi di euro. Che sono diventati 2,2 miliardi per l’anno corrente con l’aggiornamento di fine maggio. E che si sono ridotti a 550 milioni entro la fine del 2014 (a cui aggiungere i fondi provenienti dallo sblocco del patto di stabilità). Il piano del presidente del Consiglio si divide in tre parti: “scuole belle”, ovvero lavori di semplice manutenzione iniziati a fine luglio (150 milioni di euro per 7mila 700 strutture); “scuole sicure”, la messa in sicurezza degli edifici che partirà dal 2015 (400 milioni di euro per 2400 interventi); infine “scuole nuove”, la costruzione di nuove strutture (400 cantieri per 122 milioni di euro che arriveranno dallo sblocco del patto di stabilità e non prima del 2015). Ecco nel dettaglio cosa è stato fatto e cosa no nelle regioni d’Italia.

TOSCANA
Appena il 5 per cento delle scuole toscane nel 2014 ha ricevuto un finanziamento dal piano #scuolebelle del governo Renzi e solo lo 0.9 per cento sarà messo in sicurezza con i soldi dei primi interventi di #scuolesicure. In testa alla classifica dei finanziamenti per il decoro, la provincia di Firenze, con 398.135,16 euro per il 2014, cui segue Livorno, 275.768 euro. Per altre 171 scuole toscane sono previsti fondi per la manutenzione, ma arriveranno nel 2015 o nel 2016. Assente dai piani del governo la provincia di Pistoia. A pochi giorni dal’inizio delle lezioni, ilfattoquotidiano.it ha fotografato alcuni casi esemplari di scuole toscane alle prese con problemi gravi, come amianto e topi, e meno gravi, dall’erba alta alle tende assenti o sporche. L’Istituto Tecnico Agrario “Brancoli Busdraghi” di Mutigliano (Lucca), chicca della formazione professionale toscana esclusa dai fondi del governo, ha due ali inagibili: 6 aule e un laboratorio resteranno fuori uso. “Grazie alla disponibilità della provincia abbiamo fatto i pavimenti in due aule mentre in altre due, essendo finiti i soldi, abbiamo proceduto con toppe. Sono in condizioni accettabili per accogliere le nuove classi che arriveranno quest’anno” fanno sapere al fattoquotidiano.it.

Il liceo classico “G. Carducci” di Viareggio (Lucca) ospita 740 alunni in un edificio del 1927. Il classico “Machiavelli” di Lucca è una delle scuole più antiche d’Italia: risale al 1700 e fu costruito su un edificio del ‘500. Nessuno dei due ha ricevuto soldi per manutenzione o sicurezza. All’asilo nido Il Bruco di Castelfranco di Sotto (Pontedera), il pavimento, risalente agli anni ’70 del ‘900, è in vinilamianto, contiene cioè fibre d’amianto. Lo hanno scoperto i genitori mesi fa. La fine dei lavori è prevista per metà ottobre. Fino a quel momento i bambini staranno in un altro edificio. E’ sempre grazie all’attenzione dei genitori che nella scuola materna “La finestra sul mondo” di Nibbiaia, frazione di Rosignano Marittimo (Livorno), il Comune ha avviato la bonifica del giardino dall’eternit. Dopo 2 anni e 280mila euro di investimenti, la scuola è quasi pronta. All’istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Brignetti” di Portoferraio, all’Isola d’Elba (Livorno), il primo piano è inagibile per i travi inarcati dalle infiltrazioni di acqua piovana.

Nonostante la provincia abbia stanziato 300mila euro, i lavori non sono partiti. All’Isis “Foresi”, nella stessa città, sono arrivate le tende: le hanno regalate gli hotel Airone ed Hermitage. Prima i ragazzi mettevano fogli di giornale alle finestre. Il primo piano dell’edificio è inagibile per i cedimenti del soffitto. Il governo non ha stanziato fondi. Alla media “De Larderel” di Larderello (Pisa) sono in corso i lavori per togliere l’amianto dalla pavimentazione. La bonifica potrebbe andare avanti per mesi, nei weekend e nelle vacanze di Natale. La primaria “Europa” di Rosignano Solvay, frazione di Rosignano Marittimo (Livorno), è in lista per 8.473,08 euro, previsti per il 2015 o il 2016. Ma non si può aspettare. E una trentina di genitori ha tinteggiato le aule e lavato le tende, per la prima volta da anni. Sono lavori che spetterebbero al Comune. Stessa cosa a Pisa, dove nella primaria “Collodi” gruppi di genitori e maestre hanno messo mano al portafoglio e ai rulli e hanno stuccato e tinteggiato. “A scuola abbiamo trovato della vernice avanzata da usare. Abbiamo lavato e stirato le tende – racconta una mamma al fattoquotidiano.it – e sabato un papà andrà a levare dal giardino una vecchia scrivania e dei banchi tarlati. Sono in cortile da 3 anni, il Comune non li toglie e ci vanno i topi”. 
Ilaria Lonigro 

MARCHE
Sono circa 22 milioni gli euro stanziati per l’edilizia scolastica marchigiana (3.705.664 per #scuolebelle, 9.927.287 per #scuolesicure e 8.366.565 per #scuolenuove). “Ma in base a quale criterio sono state scelte le scuole destinatarie dei fondi?”, si chiede la segretaria generale Cisl Scuola Marche, Anna Bartolini. E la domanda riguarda soprattutto il capitolo ripristino del decoro per il quale ogni plesso ha ricevuto somme esigue, dai 7 ai 25 mila euro. “L’erogazione di fondi”, osserva Bartolini, “si basa su di un algoritmo matematico che passa in rassegna la quantità degli iscritti e i parametri di densità, che in molti casi non individuano le reali criticità degli istituti, assegnando, così, risorse anche a quegli istituti che non ne hanno bisogno”. “Abbiamo qualche dubbio che questo sia un metodo adeguato”, dice il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, “è un meccanismo cervellotico che non sembra guardare alle reali necessità degli istituti. Tempo fa la scuola secondaria Cantalamessa di via Nazario Sauro si è completamente allagata. Ma di risorse a disposizione, nemmeno l’ombra”.

L’attesa è quindi soprattutto per il capitolo #scuolesicure, filone cruciale dell’azione di Governo per recuperare quelle amministrazioni locali che erano state escluse dalla graduatoria del Decreto del Fare di Letta. Per il presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani la situazione è critica“Abbiamo una provincia non ancora estinta ed istituti superiori a bocca asciutta. Abbiamo scritto a Renzi affinché intervenga sull’Istituto professionale di San Benedetto del Tronto per assicurare il rispetto delle normative antincendio. E’ tutto pronto sulla carta ma fermo, perché mancano i soldi”. Ma c’è anche chi le risorse se l’è viste quasi dimezzare, prima ancora che venissero erogate: è il caso del comune di Appignano del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, che nel 2013, per il plesso scolastico di via Circonvallazione Carosi, si era visto assegnare ben 291 mila euro per i lavori di adeguamento sismico, abbattimento barriere architettoniche, installazione ascensore e per l’impianto termico. Soldi che poi erano diventati 160mila perché il ministero non voleva riconoscere le spese tecniche. Alla fine, dopo una battaglia serrata del sindaco, Nazzarena Agostini, con tanto di lettera aperta a Renzi e al ministro Giannini, è arrivata la rettifica e l’approvazione finale del finanziamento di 291mila euro, al netto, però, del ribasso d’asta.“L’amministrazione comunale ha dovuto anticipare soldi propri per avviare i lavori di riqualificazione del plesso . Ma se entro il 31 dicembre non arrivano i fondi promessi”, avverte l’ingegnere del comune, Sara D’Angelo, “la macchina amministrativa rischia il disavanzo per colpa del Governo”.
Eduardo Parente

LOMBARDIA
A qualche alunno della Lombardia è andata bene. Di ritorno dalle vacanze si è ritrovato a seguire le prime lezioni in un’aula tinteggiata a nuovo. Ma per i più, finora, nulla è cambiato rispetto a giugno. Nella maggior parte delle scuole, infatti, non sono ancora state eseguite le piccole manutenzioni finanziate dal governo nel capitolo #scuolebelle del piano di edilizia scolastica lanciato da Matteo Renzi. Qualche ritardo negli istituti c’è stato perché la comunicazione dell’esecutivo sullo sblocco dei fondi è arrivata solo a fine luglio. Poi si sono aggiunte le difficoltà a gestire una procedura del tutto nuova: i lavori di #scuolenuove vengono infatti assegnati senza gara di appalto, attraverso un’integrazione al contratto già esistente e basato sulla convenzione nazionale Consip per i servizi di pulizia e piccole manutenzioni, appalto che in Lombardia è in mano a Manutencoop.

Diversi istituti non hanno nemmeno fatto ancora in tempo a preparare il piano dei lavori da presentare all’azienda. E’ questo per esempio il caso di una delle scuole a cui sono destinate le somme maggiori: quella di Ospitaletto, in provincia di Brescia, dove sono in arrivo 49mila euro per l’A. M. Canossi e 16.800 per la collegata Giuseppe Tovini. Stesso discorso vale per l’istituto statale di Mortara (Pavia): qui la dirigente scolastica è in attesa dell’incontro fissato per il 19 settembre con l’ufficio scolastico regionale e l’azienda appaltatrice, dove riceverà le linee guida su come utilizzare 42mila euro per la primaria e 8.400 per quella dell’infanzia.

I lavori – spiegano dall’ufficio scolastico regionale – sono iniziati prima che la campanella suonasse solo in 40-45 plessi sui circa 300 in cui sono previsti quest’anno interventi di lieve entità. A Ghedi (Brescia) c’è la scuola lombarda in cima alle tabelle del ministero per quanto riguarda la somma stanziata: qui 25.200 euro hanno già consentito di ridipingere le pareti delle aule della materna, mentre i lavori da realizzare con i 60.200 euro sbloccati per la primaria dovranno partire entro dicembre. Rimanendo in provincia di Brescia, è andata bene alla scuola di Salò, dove le manutenzioni sono state già avviate alla primaria, cui spettano 23.800 euro: “Sono serviti a tinteggiare le aule, la cancellata e a sistemare qualche muro scrostato – spiega la dirigente scolastica Monica Faggionato -. Il primo giorno di lezioni la scuola aveva cambiato aspetto”. Non sono invece ancora partiti i lavori alla materna, che può contare su 7mila euro: “Non ci hanno ancora detto quando inizieranno”.

Per i circa 300 plessi finiti nella lista di #scuolebelle sono stati stanziati quest’anno 3,4 milioni di euro. Solo un primo passo, visto che in Lombardia gli edifici scolastici sono più di 4mila. Oltre a questi fondi, il piano per l’edilizia scolastica prevede poi 82,5 milioni di euro nel capitolo #scuolesicure, relativo a interventi di messa in sicurezza degli stabili e di rimozione dell’amianto, e 70 milioni che i comuni lombardi potranno investire grazie allo sblocco del patto di stabilità per gli interventi previsti da #scuolenuove.
Luigi Franco 

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