La cittadina degli orrori, Rotherham, è nelle campagne dello Yorkshire del sud, nel nord dell’Inghilterra. Ed è quei che fra il 1997 e il 2013 si sono registrati quei 1.400 casi di abusi sessuali su minori che ora un rapporto, pubblicato dal Comune del centro urbano, ha portato alla ribalta. Un’indagine assolutamente pubblica, che ha mostrato alla società britannica tutti gli orrori di una comunità che si credeva essere tranquilla e pacifica: bambini cosparsi di benzina e costretti, dietro la minaccia di un fiammifero, a rapporti sessuali; percosse, rapimenti di una notte, minori costretti a situazioni degradanti. E ragazzine stuprate più di una volta e che ora, cresciute, cominciano timidamente a reagire e a fare causa alle istituzioni. Perché, ed è quello che sta emergendo, le autorità di Rotherham sapevano, almeno dal 2010, ma hanno fallito nel denunciare e nell’agire. Soprattutto – questa è l’ipotesi portata avanti nelle ultime ore dai tabloid del Regno Unito ma anche dalla posata e neutrale Bbc – per paura di scatenare un putiferio a sfondo razziale. Gran parte degli stupratori, identificati nella maggior parte dei casi con nome e cognome, provengono dalla comunità pachistana. E il timore di passare per “razzisti”, scrive ora anche il sito Internet della televisione pubblica britannica, ha prevalso sulla necessità di una chiara denuncia dei fatti.

Da più parti, intanto, si chiedono le dimissioni di Shaun Wright, responsabile per la polizia e per il dipartimento di contrasto al crimine dello Yorkshire del Sud. Wright, ex politico locale per il partito laburista, ai tempi delle prime rivelazioni, attorno al 2010, era anche responsabile per la difesa dei diritti dell’infanzia nella stessa area. E la sua mancata presa di posizione, a quei tempi, ora pesa sulla reputazione di tutta una istituzione, il Comune di Rotherham, il cui sindaco ha subito dato le dimissioni allo scoppio dello scandalo. Il Labour ha chiesto, per bocca dello stesso Ed Miliband, leader del partito, anche le dimissioni di Wright. E pure deputati e politici di alto livello dell’area, anche se di opposte fazioni, si sono uniti alla richiesta. Compreso lo Ukip, che ora punta tantissimo sulla questione razziale.

Infine, nella serata di martedì 27 agosto, il ministro dell’Interno Theresa May, considerata una “donna di ferro” nel governo di David Cameron, ha detto che, pur non avendo la facoltà di estromettere Wright dai giochi, l’uomo dovrebbe dimettersi e chiedere pubblicamente scusa. In realtà, con un’intervista a Sky News, Wright ha in un certo modo dato una giustificazione: “A quei tempi non avevamo idea che gli abusi avvenissero su scala industriale”. Troppo tardi, comunque, ora. Anche perché undici ragazze, ora cresciute, hanno avviato una class action contro il Comune di Rotherham, per le mancanze e le negligenze dimostrate quando le notizie iniziarono a circolare. E vogliono soldi, tanti soldi.

Poi, appunto, la questione della convivenza fra etnie. Il Daily Mail e altri giornali conservatori, nelle ultime ore, hanno attaccato la Bbc e la stampa “progressista”, accusando molti media influenti di aver “ripulito” la notizia, non sottolineando il fatto che gli stupratori provenissero dal Pakistan. In un Regno Unito in questi giorni alle prese con la questione dei combattenti per la jihad “coltivati in seno” e ora volati in Siria e in Iraq a lottare per o contro lo Stato Islamico, il rapporto fra la cittadinanza e la comunità musulmana (quasi due milioni di persone nella sola città di Londra) è un argomento assai spinoso al momento.

Dopo poche ore dai primi attacchi, la Bbc si è difesa, sottolineando come fossero proprio le autorità della cittadina inglese a temere, negli scorsi anni, le ripercussioni di un possibile caso mediatico. Intanto, però, mentre un intero paese comincia a litigare sulle tristi vicende, le vite di centinaia di bambini ed ex bambini ora hanno bisogno di supporto psicologico, se non psichiatrico. Il mondo dell’associazionismo si è già mosso, ma non basteranno delle sedute dal medico per cancellare gli orrori di Rotherham.

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