Figurerebbero in un unico fascicolo d’inchiesta su Banca Marche i 37 indagati per cui la Procura di Ancona ha chiesto da tempo la proroga delle indagini. Per 27 persone, di cui 12 gravate dell’accusa associativa, gli inquirenti avevano prospettato un’incolpazione preliminare nel decreto che disponeva le perquisizioni di abitazioni private e uffici eseguite il 9 aprile scorso dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Ancona.

Ai dieci ulteriori indagati (componenti del vecchio consiglio di amministrazione dell’istituto), rispetto a quelli raggiunti dal decreto di perquisizione, si contesterebbero il falso in bilancio e in prospetto nell’ambito degli accertamenti sulle perdite vicine al miliardo di euro accumulate da Banca Marche tra il 2007 e il 2012, che hanno portato poi al commissariamento dell’istituto da parte di Bankitalia.

Secondo il pool di magistrati, guidati dal procuratore Elisabetta Melotti, ai vertici della banca avrebbe operato un’associazione per delinquere: ex dirigenti ed ex amministratori si sarebbero resi responsabili di appropriazioni indebite aggravate in danno di Banca Marche e Medioleasing, corruzione tra privati, falso in bilancio e comunicazioni sociali ed ostacolo all’esercizio alla vigilanza. Promotori ne sarebbero stati l’ex direttore Massimo Bianconi (2004-2012), il suo vice Stefano Vallesi e l’ex direttore generale di Medioleasing, Giuseppe Barchiesi. L’inchiesta potrebbe essere chiusa entro l’anno. 

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