È il minuto 48 di Francia-Honduras, partita non entusiasmante destinata però ad entrare nella storia dei Mondiali di calcio. Valbuena pesca in area con un cross Benzema, che calcia al volo di sinistro: la palla colpisce il palo interno, attraversa lo specchio della porta, sbatte sullo sfortunato portiere honduregno, che prova con un riflesso ad evitare che superi la linea. Inutilmente: l’arbitro assegna il gol. E a placare le proteste interviene “l’occhio di falco”, la grande novità tecnologica di Brasile 2014.
È la prima rete della Coppa del Mondo convalidata grazie all’utilizzo della moviola in campo. Un’autorete, a dire il vero, visto che l’ultimo tocco decisivo è del portiere Valladares. E neanche troppo influente: la Francia stava già dominando in lungo e in largo, avanti di un gol e di un uomo per l’espulsione di Palacios. Ma è comunque un momento storico per il calcio mondiale. Il pensiero, inevitabilmente, corre indietro a tutti i clamorosi “gol fantasma” che l’impiego della tecnologia avrebbe potuto evitare: agli ottavi di finale di Sudafrica 2010, alla rete non assegnata a Lampard sul punteggio di 2-1 per la Germania; agli Europei 2012, quando i padroni di casa dell’Ucraina furono eliminati dall’Inghilterra per 1-0 anche per un gol non convalidato a Devic. E poi, ovviamente, all’ormai lontano 1966: a quel tiro di Hurst che non aveva oltrepassato la linea, e che invece diede all’Inghilterra il suo primo e unico titolo mondiale.
Da Brasile 2014 niente più dubbi e gol fantasma. Per la prima volta nell’edizione di un mondiale gli arbitri possono avvalersi del supporto del cosiddetto “occhio di falco”. Un programma informatico che analizza ad alta velocità le immagini raccolte da una serie di camere (addirittura sette) posizionate su ciascuna porta, così da poter determinare al millimetro la posizione della palla in relazione alla linea. Il sistema ha un costo molto elevato (circa 100-200mila euro per campo) e un margine di errore praticamente nullo. Era già stato sperimentato al Mondiale per club in Giappone e alla scorsa Confederations Cup in Brasile, senza che però si presentasse l’occasione giusta per un suo utilizzo. Ieri è successo. E in una situazione un po’ surreale – tra le proteste di giocatori e panchina dell’Honduras, e i fischi del pubblico, che non si rassegnava neppure all’evidenza della tecnologia – ha aiutato l’arbitro Sandro Ricci a confermare una decisione che il fischietto brasiliano era stato già bravo a prendere autonomamente. Gol alla Francia. E assist a Joseph Blatter.
Già, perché il presidente della Fifa è stato il principale promotore dell’introduzione della tecnologia nel mondo del pallone. In realtà, il dirigente svizzero, padre-padrone del calcio mondiale dal 1998, è stato a lungo contrario all’utilizzo dei computer: “La tecnologia non è sportiva, il calcio è bello perché è umano”, era solito ripetere. Poi negli ultimi anni ha clamorosamente cambiato idea. Anche e soprattutto per ragioni politiche: l’introduzione dell’occhio di falco è diventato uno dei segni “dell’innovazione nella continuità” che rappresenta il suo manifesto elettorale. Anche perché il suo principale antagonista, il presidente dell’Uefa Michel Platini, si è sempre schierato dalla parte opposta. E adesso che si avvicinano le elezioni per la presidenza della Fifa, Blatter è determinato a cavalcare l’onda.
Nell’ultimo congresso, che ha ufficializzato la sua ricandidatura, ha addirittura aperto all’utilizzo della moviola in campo estesa a tutti gli episodi contestati (con due chiamate a disposizione per squadra, un po’ come avviene nel tennis) e non solo per i gol fantasma. Così l’autogol di ieri sera di Valladares è stato un enorme spot in mondovisione in suo favore. Blatter corre verso il quinto mandato alla guida della Fifa, con l’aiuto della tecnologia che avrà sempre più spazio sui campi di pallone. E almeno questa è una buona notizia per il mondo del calcio.