Un reparto di rianimazione costruito nel seminterrato di un ospedale con i pozzetti di collegamento alla rete fognaria nel corridoio e i vermi nel bagno. Accade a Taranto, la città dell’Ilva. Al centro della bufera è finito l’ospedale SS. Annunziata: una struttura nata 40 anni fa per 110 posti letto, ma che negli anni ha superato quota 500 e, da poco meno di un decennio, ha inaugurato il nuovo padiglione all’interno del quale, o sarebbe meglio dire, sotto il quale, è stato costruito il nuovo reparto di rianimazione. 

Una scelta evidentemente infelice, visto che sembra essere questa la causa di una serie di inquietanti eventi che si verificano nella struttura. Quando i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni, il 2 maggio scorso, hanno effettuato una visita ispettiva nel nosocomio, le conseguenze di piazzare il reparto nel seminterrato si sono manifestate in tutta la loro criticità. I militari, infatti, avrebbero accertato la presenza di vermi nei bagni del seminterrato, ma anche l’esistenza di grandi macchie di umidità sui muri, servizi igienici inadeguati e infissi non a norma. Non solo. Nella relazione è finita anche presenza lungo i corridoi del reparto dei pozzetti di collegamento alla rete fognaria dai quali, secondo una serie di testimonianze, si sprigionerebbero talvolta cattivi odori che invadono le corsie le stanze.

Le carte, quindi, sono state inviate alla procura di Taranto. Ma l’ispezione del Nas, non è stata casuale. Negli uffici dei militari, infatti, era giunta poco prima una segnalazione anonima nella quale erano evidenziate le precarie condizioni igieniche all’interno del reparto. La notizia diffusa dall’Ansa poche ore fa ha seminato il panico tra i dirigenti dell’Azienda sanitaria tarantina che hanno immediatamente convocato una riunione per decidere come affrontare la situazione. All’orizzonte, infatti, non ci sono solo le polemiche, ma soprattutto il rischio concreto di una chiusura.

Quanto riscontrato dai Nas presso l’ospedale Santissima Annunziata è assolutamente inquietante e ci si chiede come sia possibile che nel 2014 un nosocomio versi in queste condizioni” ha infatti immediatamente tuonato il presidente Codacons, Carlo Rienzi, che poi ha chiesto “alla Regione Puglia e al Ministero della salute di disporre la chiusura immediata dell’ospedale e il trasferimento dei pazienti lì ricoverati in altre strutture della città”. Insomma una vera e propria bufera. “Gli ospedali – ha aggiunto Rienzi – dovrebbero garantire il massimo livello di igiene e il rispetto di tutte le norme in fatto di sanità, considerata la vulnerabilità dei degenti e la precarietà del loro stato di salute”. Non assicurare condizioni “di degenza ottimali – precisa il Codacons – equivale ad esporli a potenziali rischi. Per tale motivo chiediamo la chiusura del nosocomio almeno fino a quando non sarà garantito il massimo livello di igiene”. 

“Non vi è mai stata occasione di rischio infettivo per i pazienti ricoverati nelle stanze di degenza: viene meno così ogni pregiudizio riguardante l’assistenza” sottolinea la direzione generale dell’Asl di Taranto. “Si precisa – osserva l’Azienda sanitaria locale – che sono in essere interventi precisi e mirati di manutenzione in tutto il reparto di rianimazione. A tal proposito, il verbale dei Nas datato 2 maggio, riporta osservazioni riguardo un bagno sito nel corridoio, situato in zona deposito, lontano dalle stanze di degenza, e, quindi, dai pazienti”. Le recenti e periodiche rilevazioni su infezioni nei confronti dei pazienti ricoverati, spiega ancora l’Asl, “hanno fatto rilevare una riduzione del tasso di infezioni, in coerenza con le Linee Guida nazionali. Durante il sopralluogo, è stata constatata una ‘condizione strutturale’ datata, con ‘rigonfiamenti delle pareti’, ma, altresì, sono stati constatati interventi infrastrutturali continui, in essere da tempo, al fine di garantire una migliore accoglienza nel reparto, il tutto in attesa di una nuova ricollocazione dello stesso” in altra area ospedaliera “già cantierizzata”. È stata “consegnata ai Nas, a riprova degli interventi strutturali in essere presso il reparto in questione – conclude l’Asl – copiosa documentazione probatoria su tutti i lavori in corso (ex ante ed itinere), compreso il progetto della nuova rianimazione”.

Modificato da redazione web alle 22.22 del 30 maggio 2014

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