Rovente scontro in due atti (qui la seconda parte) tra Andrea Scanzi e il consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Giovanni Favia, nel corso del talk show di approfondimento “Otto e mezzo”, su La7. Il primo tema di discussione è la polemica tra Beppe Grillo e il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Favia parla di “attacchi di isterismo” e di “follia pura” del leader del M5S, nega l’imminente creazione di un partito di dissidenti, ma sottolinea: “Abbiamo un potenziale enorme, tutte le persone uscite dal M5S sono tante. Non devono sprofondare in un abisso di indifferenza, hanno tenuto la schiena dritta di fronte alla vecchia politica e ai diktat di questo partito-agenzia“. Scanzi afferma che il M5S avrà senso senza Grillo e Casaleggio quando andranno via entro cinque-sei anni, cioè quando sarà in grado di andare da solo. E aggiunge: “Uno dei mantra dell’eterno consigliere regionale dimissionario Favia è quello di dire che in Parlamento sono entrate solo persone impreparate. Tra le sue incoerenze, c’è quella per cui si sarebbe dimesso, cosa che non ha fatto. Favia è un concentrato di incoerenza: andava in tv da Santoro e il giorno dopo andava a piagnucolare in fuorionda coi giornalisti di “Piazzapulita” (La7), dicendo che Grillo era Goebbels e Casaleggio era Hitler”. Il giornalista ricorda la candidatura dell’ex militante del M5S in Rivoluzione Civile e “i ben scarsi risultati” raggiunti. E rincara: “Uno dei motivi per cui da un anno e mezzo Favia è diventato una sorta di vomitatore di bile seriale nei confronti del M5S è che lui soffre della sindrome di Pete Best, il batterista dei Beatles che fu fatto fuori poco prima che la band diventasse famosa”. E aggiunge: “Se il rosicamento di Favia è alla base del far passare il M5S per un gruppo di sbandati fascisti e sfascisti lo trovo intellettualmente disonesto“. “Io ho il patentino per criticare il M5S” – replica Favia – “è passato un anno e mezzo dalla mia espulsione e non sono in nessun partito”. “Perché non sei stato eletto“, ribatte Scanzi

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