Eliminata la Juventus, eliminato il Napoli. Resta solo il Milan negli ottavi di Champions League. Ed è un risultato storico, a suo modo: per trovare una stagione con una sola italiana fra le migliori sedici d’Europa bisogna tornare indietro di oltre 10 anni, al 2001/2002. Allora gli ottavi di finale non esistevano neanche, c’era la formula della seconda fase a gironi, in cui Juventus e Roma furono eliminate. Oggi le cose non vanno meglio, visto che l’unica superstite, il Milan, avrà un sorteggio durissimo da seconda classificata: il meglio che potrà pescare lunedì prossimo dall’urna di Nyon è probabilmente l’Atletico Madrid, che pure nella Liga spagnola sta facendo campionato di vertice.

Contro Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid invece il pronostico sarebbe probabilmente scontato. Inutile dire che l’ecatombe di ieri avrà ovvie ripercussioni sul ranking Uefa. Nella classifica per nazioni l’Italia è da tempo scivolata al quarto posto, perdendo il diritto a qualificare quattro squadre in Champions. La differenza con chi ci precede è destinata a diventare un abisso: la Spagna ha qualificato tre squadre agli ottavi, Inghilterra e Germania addirittura quattro. Toccherà dunque guardarsi alle spalle. Peccato, perché il 2013 stava finendo bene per l’Italia: 8500 punti conquistati, come la Germania. Ma adesso la strada si fa tutta in salita: l’anno scorso l’Italia era riuscita a difendere il quarto posto del ranking soprattutto grazie alla Juventus, che si era spinta fino ai quarti di Champions e aveva chiuso l’anno come ottava squadra d’Europa, portando in cascina punti preziosissimi che adesso verranno a mancare.

Specie se le italiane continueranno a snobbare l’Europa League, come avvenuto nel recente passato. L’unica buona notizia è che il Portogallo, prima inseguitrice nel ranking, ha fatto peggio, con l’eliminazione di Porto e Benfica. Ma a fine anno verrà scartata la stagione 2009/2010, quella del triplete dell’Inter, in cui l’Italia aveva superato il Portogallo di oltre 5mila punti. Il sorpasso dei lusitani è probabile dunque, e anche quello della Francia, che con il Paris Saint-Germain ha buone possibilità di fare meglio del Milan. A quel punto si avvicinerebbe la Russia: lontana 15mila punti, di cui però 9mila verranno azzerati a fine stagione. E dal settimo posto in giù si perde un’altra squadra in Champions. Ma questo riguarda il futuro.

Immediato, invece, è il danno economico che le italiane dovranno fronteggiare. L’eliminazione precoce in Champions League costa caro. La Juventus l’anno scorso era stata la squadra che in Europa aveva incassato di più dalla coppa: addirittura 65 milioni, determinanti per far fare il salto di qualità al fatturato bianconero. Adesso le entrate caleranno sensibilmente: meno 3,5 milioni solo per il mancato passaggio agli ottavi, altrettanti per gli eventuali quarti di finale; e in più niente premi vittorie (1,5 milioni a partita), incassi da gara, bonus dalle sponsorizzazioni. E anche gli introiti dal market pool (la fetta di ricavi suddivisa per Paesi) saranno inferiori, vista che quest’anno andranno spartiti in tre, e non in due come la passata stagione. In totale fanno circa 25-30 milioni. Un ammanco compensabile con i ricavi dell’Europa League, ma solo parzialmente e solo a patto di arrivare fino in fondo, fino alla finale di Torino. Per Napoli e Juventus è una battuta d’arresto per l’intero progetto societario: se ne va una fetta significativa delle entrate. In concreto, un top player in meno nel prossimo calciomercato. Il disastro è servito.

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