In un pezzo nemmeno tanto grande di Sicilia, ad Alcamo, provincia di Trapani, sembrano essere racchiusi così tanti interessi illeciti da far tremare i palazzi della politica e non solo di quella siciliana. Sono diverse le indagini aperte tra le procure di Palermo e Trapani, e riguardano assunzioni pilotate, formazione professionale, attentati intimidatori, ma quella che sta scuotendo alcuni potentati politici tra la Sicilia e Roma è quella su un compravendita di voti che avrebbe interessato Alcamo in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2012.

A vincere quelle elezioni fu di stretta misura – solo 39 voti – il Pd che sostenne a sindaco il professor Sebastiano Bonventre. Elezione sulla quale pesa l’ombra del voto di scambio. Sette avvisi di garanzia in questi giorni sono stati notificati ad altrettanti indagati da parte della Procura di Trapani. Tra i destinatari uno dei maggiorenti del Pd siciliano, certamente deus ex machina di quello alcamese e trapanese, l’ex senatore Nino Papania, definito “impresentabile” dalla commissione di garanzia del Pd alle Politiche: oggi alla notizia dell’avviso di garanzia ha detto di “essere sereno” convinto com’è “di potere chiarire ogni cosa, certamente – ha affidato questo suo pensiero ad una stringata nota stampa – sono estraneo alle accuse”.

La Procura punta a provare che le elezioni amministrative nel 2012 ad Alcamo “sono state vinte col trucco” a danno del candidato sconfitto, l’avvocato Niclo Solina (esponente di una lista civica), parte offesa in questa indagine. Papania non è l’unico “pezzo grosso” finito indagato: con lui c’è Massimiliano Ciccia direttore generale dello Ial Sicilia (un ente di formazione) che è anche capo della segreteria del capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi. A mettere nei guai Papania sono anche alcune intercettazioni. Non c’è la sua voce registrata, ma quella di altri soggetti pure loro indagati. Uno di questi, Leonardo De Blasi, dagli investigatori è stato sentito raccontare del contenuto di un incontro col senatore, durante il quale Papania gli avrebbe detto di avere pazienza, per via dell’indagine in corso. “Abbiamo parlato di più del fatto di questa indagine che… di altre cose!!! Se non passa questo bordello non fa niente. Se non passa poi questa campagna elettorale. Minchia, poi gli sbirri rompono la minchia…”. 

Riceviamo e pubblichiamo
In relazione ad alcune notizie di stampa relative all’indagine sulle elezioni amministrative ad Alcamo (TP), si riporta una precisazione dell’ufficio stampa del gruppo parlamentare del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana.

Il sig. Massimiliano Ciccia non è attualmente – e non è mai stato – il capo della segreteria politica del presidente del gruppo PD all’Ars Baldo Gucciardi, né ha rivestito o riveste alcun incarico in seno al gruppo parlamentare o nella segreteria personale del presidente del gruppo. Gli organi di informazione che hanno riportato questa notizia, evidentemente errata, sono dunque invitati a rettificarla entro i termini e nelle modalità previste dalle norme sulla stampa. 

Il sig. Ciccia in passato – in un periodo della scorsa legislatura, nella quale l’onorevole Gucciardi rivestiva la carica di Deputato Questore all’Ars – è stato uno degli addetti dell’ufficio di segreteria del Questore, senza avere mai ricoperto alcuna funzione di rilievo, né direttiva, né di coordinamento. Si diffidano pertanto gli organi di informazione e i divulgatori di notizie on-line, anche individuali, dal riportare false informazioni delle quali sarebbero chiamati a rispondere di fronte alle autorità competenti.

La storia personale e politica dell’onorevole Gucciardi è sempre stata nettamente contrapposta a comportamenti scorretti o contrari all’etica pubblica, ed è stata sempre improntata al più rigoroso rispetto delle istituzioni e delle regole. Nell’auspicio che l’autorità giudiziaria possa fare rapidamente chiarezza sulla vicenda che ha portato all’avvio dell’indagine, il gruppo parlamentare del PD all’Ars ribadisce sostegno incondizionato alla meritoria azione della magistratura nello smantellamento e nella lotta alla corruzione e ad ogni forma di malaffare.

Prendiamo atto della precisazione dell’ufficio stampa del gruppo parlamentare del Pd, tuttavia si segnala che nell’articolo si dà conto della dichiarazione resa dallo stesso Ciccia alla Procura di Trapani nella quale sosteneva di ricevere una remunerazione come consulente del deputato regionale Gucciardi. (r.g.)

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