Il gondoliere coinvolto nell’incidente in Canal Grande (Venezia), costato la vita al turista tedesco Jaochim Vogel, è risultato positivo ai test sugli stupefacenti, precisamente per cocaina e hashish. Il giovane è stato iscritto a sua volta nel registro degli indagati. Con lui salgono dunque a quattro gli indagati per lo scontro tra il vaporetto della linea 1 e la gondola su cui c’erano Vogel e la sua famiglia. I primi erano stati il pilota del vaporetto coinvolto e quelli di altri due battelli Actv in manovra. Ora il gondoliere, vittima dello scontro, potrebbe dover rispondere a sua volta di concorso in omicidio colposo, come conseguenza di altro reato, l’assunzione di droga che potrebbe aver compromesso il suo stato psico-fisico mentre portava la gondola.

L’incidente era avvenuto il 17 agosto. Joachim Reinhard Vogel, criminologo, docente di diritto penale in un ateneo di Monaco,  era riuscito a proteggere la figlioletta di 3 anni, ma perso la vita. Inevitabili le polemiche per l’affollamento del Canale con troppe barche, a remi o a motore.

Un mezzo pubblico della linea ‘1’, usata soprattutto dai turisti, aveva lasciato l’approdo della ‘Pescheria’ diretto alla fermata di Rialto. Passato il Ponte in direzione San Marco ha trovato un altro vaporetto che viaggiava in direzione opposta; per evitare una possibile collisione, nel traffico, avrebbe fatto ‘macchine indietro’ andando con la poppa verso la gondola che si accingeva a passare in senso inverso. Il grosso battello carico di turisti aveva agganciato la gondola, trascinandola per una ventina di metri, sotto gli occhi di chi era sulle rive. L’imbarcazione di legno era finita addosso al pontile del Magistrato alle Acque, il gondoliere era stato sbalzato a terra, i cinque componenti della famigliola tedesca erano finiti in acqua. Era stato in questo frangente che Joachim Vogel, probabilmente per fare ‘scudo’ alla figlia più piccola, era rimasto schiacciato con il torace tra vaporetto, gondola e imbarcadero. 

Le indagini della Questura e gli accertamenti tecnico amministrativi della Capitaneria di Porto hanno eseguito i primi accertamenti. C’era stato anche un tentativo di ‘sciopero’ di solidarietà dei ‘pope’, annunciato dal presidente dell’Ente Gondola, poi subito naufragato – l’adesione era stata del 40% – a seguito della protesta di alcuni tour operator che avevano prenotato un giro per i loro clienti, e minacciavano cause per danni. 

Articolo Precedente

Pedofilia, si riapre il caso di Outreau

next
Articolo Successivo

Campania, il Pd contro Brunetta: “Quattro milioni alla sua fondazione, una rapina”

next