“Mi ero costituita parte civile contro Nicole Minetti perché ero molto arrabbiata dopo che mi aveva dato della ‘escort’, e la cosa era finita sui giornali”. Con queste motivazioni, nel gennaio del 2012, l’olgettina Barbara Guerra aveva deciso di dichiararsi vittima dell’ex consigliera regionale del Pdl, per chiedere i danni morali dopo lo scandalo delle cene eleganti nella residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore. “Volevo un risarcimento”, ha ribadito oggi la Guerra nel corso del processo che vede imputati Emilio Fede, Lele Mora e la stessa Nicole Minetti per favoreggiamento e induzione alla prostituzione. Ma nonostante le accuse lanciate per oltre un anno all’indirizzo dell’ex igienista dentale, oggi Barbara Guerra ha cambiato idea, e non è più parte civile nel processo a Milano. “Sto aspettando una lettera di scuse da Nicole”, tutto qua. Niente risarcimento per i danni morali e materiali (“Non ho più lavorato, ho avuto bisogno d’aiuto”), ma una banale stretta di mano tra avvocati. “Ero stanca di tutto questo rumore mediatico”, ha spiegato la Guerra al presidente del tribunale Anna Maria Gatto, stupita per la decisione della teste alla quale ha chiesto perché non avesse querelato la Minetti, vista la palese diffamazione. “Mi hanno consigliato i miei legali”, è la risposta. Fuori dall’aula, a parlare per lei è infatti il legale Luigi Faggella: “Era indignata due anni fa”, spiega, “poi le cose sono cambiate. Sono ragazze”. Ragazze che via twitter non si erano risparmiate parole pesanti. La Guerra era convinta che la “sconsigliera” Minetti fosse l’origine di tutti i suoi guai, e di Ruby aveva twittato: “Ha preso più schizzi di un quadro di Picasso”, chiarendo in seguito che si riferiva a quelli del gommone col quale la giovane marocchina sarebbe arrivata in Italia. Tutto finito, tutto dimenticato. Domani Barbara Guerra si trasferirà a Miami, negli Stati Uniti. La ex starlette di Mediaset, che in aula ha ammesso gli aiuti in denaro ricevuti da Silvio Berlusconi quando era “in difficoltà”, va a gestire un marchio di costumi da bagno: “Ho bisogno di svoltare” di Franz Baraggino
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