Al Comune di Roma le procedure concorsuali per la maxi assunzione di 2mila persone non sono ancora terminate – sulle prove peraltro c’è già chi avanza sospetti – e i quasi 200 precari dell’amministrazione capitolina dal 2008 attendono ancora l’agognata stabilizzazione. Tuttavia a tre settimane dal voto, il sindaco (uscente) Gianni Alemanno, candidatosi per un secondo mandato, si appresta ad assumere ancora: quattro i concorsi pubblici, per titoli ed esami, banditi da Roma Capitale. Per un totale di 362 posti in palio, per la gestione del sistema informatico (10 posti di facilitatore dei processi di innovazione tecnologica, 32 di istruttore servizi tecnici e territoriali, 90 di istruttore dell’organizzazione della pubblica amministrazione e 230 di operatore rilevazioni sistemiche). Ma tutti a tempo determinato. Insomma, l’esercito dei precari in Campidoglio parrebbe essere destinato a crescere.

“Smentendo se stesso, Alemanno, invece di avviare i percorsi stabilizzazione per i precari storici che aspettano una soluzione – commenta Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio, ricordando le promesse dei mesi scorsi fatte dal primo cittadino –, ne raddoppia il numero. Pensavamo che non sarebbe stato capace di arrivare a tanto”. La scelta di avviare nuove selezioni però sarebbe dettata dall’urgenza, fanno sapere dal Comune. Una “scusa sospetta”, secondo il consigliere comunale del Pd Dario Nanni. “Guarda caso il sistema informatico all’improvviso ha urgenza immediata di personale”. D’altronde perché non aspettare qualche settimana in più (nel caso di una riconferma del primo cittadino uscente) o lasciare che sia il suo successore a decidere? Secondo la Cgil inoltre l’amministrazione capitolina avrebbe bandito il nuovo concorso, evitando il confronto con i sindacati. Ed è proprio quest’ultimo particolare che spinge il consigliere comunale Pd a definire il nuovo bando una “promessa elettorale”.

“Siamo alle solite – continua Nanni – sul personale e le assunzioni la giunta Alemanno cerca scorciatoie poco trasparenti. Evidentemente gli scandali del passato non hanno insegnato nulla al sindaco e ai suoi assessori”. “Forse pensano di sfruttare gli ultimi giorni in Campidoglio per i saldi elettorali di fine mandato”, rincara la dose il Comitato del candidato sindaco del centrosinistra, Ignazio Marino. Immediata la replica dell’assessore alle Risorse umane, Enrico Cavallari: “Grave che la Cgil non si sia accorta di essere stata seduta ai tavoli sindacali, in cui i concorsi che stiamo per bandire sono stati votati a maggioranza. Resto basito – aggiunge Cavallari – nel constatare che gli stessi che scendono in piazza a rivendicare il lavoro oggi chiedano di mandare a casa 400 lavoratori”.

Al Comune dunque, lascia intendere l’assessore alle Risorse umane, non arriveranno altre persone. Si tratta di una proroga dei “contratti in scadenza” (a tre settimane dal voto) attraverso un concorso pubblico, a cui cioè – pagando una tassa concorsuale di 10,33 euro – può partecipare chiunque, ma che invece parrebbe essere cucito addosso a chi già lavora negli uffici del Campidoglio. E quindi “senza alcun rispetto non solo della legittimità – commenta Gemma Azuni, consigliere comunale Sel – ma anche delle giuste aspirazioni di chi, in un momento di crisi e di disoccupazione alle stelle, aspira ad avere un lavoro. Nel bando di stampo elettorale – conclude Azuni – mancano solo i nomi da accostare”. I quali sapranno sicuramente mostrare riconoscenza.

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