Il 30 ottobre scorso, dopo ben 40 anni, davanti a tv e giornali al seguito per celebrare l’evento tanto atteso, è iniziata la demolizione di 10 immobili abusivi costruiti nel Parco nazionale del Circeo. Gli abbattimenti però si sono interrotti subito ed oggi 9 ecomostri sono ancora lì in bella vista. Alle dichiarazioni di giubilo delle istituzioni, dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini “finalmente il Circeo si libera di quegli scheletri di cemento” al sindaco del Comune di San Felice Circeo, l’ex presidente del Coni Gianni Petrucci, che ha commentato “abbiamo dimostrato che abbiamo fatto le cose come si deve, questo è solo il primo atto andremo avanti anche nei confronti di chi non rispetta l’ambiente” si è passati allo scaricabarile reciproco tra il sindaco ed il direttore del Parco nazionale Giuliano Tallone. Dal Comune di San Felice Circeo comunicano che “chi finanzia il progetto è l’ente parco nazionale del Circeo. C’è stato un problema tecnico con il parco per cui non ci sono altri finanziamenti”. Il direttore dell’Ente Parco Nazionale Circeo però smentisce tale dichiarazione: “L’amministrazione comunale è quella che esegue la demolizione, noi la finanziamo con un fondo del ministero dell’Ambiente e – continua – abbiamo dato già da molto tempo al comune la piena disponibilità a finanziare prima parzialmente poi interamente l’operazione vista anche la sua importanza. Dal punto di vista finanziario – spiega – noi abbiamo garantito la copertura dell’intero intervento. Scriveremo al comune – conclude il direttore – per chiedere notizie sullo stato dei lavori”. Rimane un mistero quindi su chi sia il responsabile dello stallo, l’unica cosa certa è che dopo 40 anni gli ecomostri sono ancora lì di Paola Mentuccia e Luca Teolato
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