“Io sono orgoglioso di fare la campagna elettorale di fianco a Monti”. È un Pier Ferdinando Casini influenzato quello che arriva a Bologna, dove lo aspettano circa 150 persone. Hotel di lusso alla porte della città, militanti storici e il convegno “Equità, Solidarietà, Rigore. Le basi della nostra politica” per presentare i candidati. Ma l’attenzione è tutta per il suo rapporto con il leader Mario Monti, negli ultimi giorni messo in discussione: “Non capisco chi mette in giro queste chiacchiere, tra me e l’ex premier c’è una totale sintonia, ci sentiamo tutti i giorni”.

Le chiacchiere in realtà sono meno vaghe di quello che il leader Udc vuole far credere e a Roma si racconta di un sempre maggiore irrigidimento dei rapporti con Mario Monti. Il rischio per l’Udc? Perdere voti e ottenere pochi seggi, così da mettere a repentaglio l’esistenza stessa del partito e soprattutto, l’eventuale candidatura di Casini alla presidenza del senato. “Sono contento di essere a fianco di Monti e della società civile e se qualcuno ha dei conflitti, non siamo certo noi due. So bene che avere quel simbolo di fianco al nostro rende tutto più difficile, ma stiamo facendo un lavoro utile perché così mettiamo insieme la politica buona e la società civile”.

Ma il leader, pur ribadendo la sua tranquillità, ci tiene a ricordare: “Senza l’Udc non ci sarebbe stato Monti. Questa nuova area è la realizzazione del nostro sogno politico, un progetto per noi importantissimo. Io prima soffrivo di solitudine, condizione in politica che non è per niente ideale e credo che tutti me ne abbiano dato atto. Io sono ben lieto che questa solitudine sia venuta meno. Adesso spetterà a tutti di impegnarsi per realizzare una forza politica che abbia fondamento”.

In prima fila i candidati : Gian Luca Galletti, capolista Udc Camera dei Deputati; Silvia Noè, candidata Udc Camera dei Deputati; Luigi Marino, Capolista Lista Monti al Senato e Mauro Libè, candidato Lista Monti al Senato. “È la prima campagna elettorale che faccio senza candidarmi alla Camera. C’è sempre una prima volta”. Dice Casini, anche se la candidatura al Senato è fuori dubbio. “C’è sempre in tutte le cose, un inizio e una fine. Sono contento di aver lasciato il partito in buone mani. E sono anche contento che ci sia Silvia, non perché è mia cognata ma perché è brava”. Frasi che sembrano cariche di ironia, per chi la vita politica la conosce a memoria.

Nessuno spazio per le domande, qualche dichiarazione dal palco e poi via di corsa verso l’uscita: ad aspettare Casini è una macchina che lo porti a “Porta a porta” in tutta fretta. All’inizio della conferenza, spazio a due battute per i giornalisti, con le domande fatte da uno degli esponenti del partito. “Erano queste le domande che volevate?”, dice ironico Casini, “vi leggiamo nel pensiero”. Il commento dal palco è tutto per Pierluigi Bersani e la sua apertura verso la lista Monti: “Siamo disponibili a governi sulla base del riformismo. Sicuramente non a governi di ideologie”.

A stare scomodo ancora una volta al leader è Nichi Vendola, il lato non negoziabile di un’eventuale alleanza con il Pd. “No a liberalizzazioni, no a riforme dell’art.18, no alla riforma della previdenza. Su questi cartelli di “no” non è possibile costruire alcun governo riformista. Non siamo noi che dobbiamo dare delle risposte: le devono dare coloro che hanno messo in piedi cartelli elettorali pieni di contraddizioni politiche”. Le alleanze non possono seguire vecchi copioni, continua, “Monti non ha cambiato strada, ma l’hanno cambiata coloro che sono tornati alle vecchie alleanze del passato. Le alleanze si devono costruire per fare delle riforme: ci sono posizioni a sinistra che sono incompatibili con il cambiamento del paese”.

Dal palco dell’hotel di Bologna, c’è il tempo anche per qualche dichiarazione programmatica. “Noi siamo per la difesa dei più deboli”, conclude Casini, proponendo il prestito d’onore per gli studenti, no all’adozione per le coppie omosessuali e no all’eutanasia. “Berlusconi agita i temi che ha sempre agitato. Parlare oggi di condono è pura irresponsabilità. C’è chi fa le proposte choc e pensa di prendere in giro ancora gli italiani. Non dimentichiamo mai che se l’Imu è stata messa da un governo che rischiava di non pagare gli stipendi pubblici è stato per la scelta di non pagare l’Ici. Noi non andiamo dietro al rivenditore di auto usate, parliamo di cose serie”. 

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