La Procura di Trani sta effettuando accertamenti per verificare l’operato di alcuni ispettori della Banca d’Italia che, nel corso dell’attività di controllo, non avrebbero sanzionato le condotte dei gruppi bancari coinvolti nell’inchiesta del gennaio 2012 ai danni della clientela. Solo poche ore fa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano riferendosi a Bankitalia aveva chiesto “rispetto del prestigio degli organi di garanzia”. Parole subito sottoscritte da Mario Monti che si è detto “assolutamente d’accordo con il presidente Napolitano” a proposito della sua presa di posizione sulla vicenda Mps. Dichiarazioni che arrivano all’indomani dello scontro tra il premier uscente che aveva dichiarato “Fuori i partiti dalle banche” e Pier Luigi Bersani che gli aveva risposto per le rime: “Fuori le banche dai partiti”.

Nelle indagini avviate nei mesi scorsi sui derivati emessi dalle cinque banche italiane Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem sono alcune decine le persone indagate, a vario titolo, per usura e truffa dalla Procura di Trani. L’indagine, che potrebbe coordinarsi con quella aperta a Siena, sarebbe finora a carico di funzionari e dirigenti bancari che hanno proposto e fatto firmare ad imprenditori ed investitori del nord barese titoli spazzatura che avrebbero prodotto ingenti perdite ai sottoscrittori. Nell’ambito di questa indagine i pm inquirenti, Michele Ruggero e Antonio Savasta, stanno facendo degli accertamenti per risalire agli ispettori di Consob e Bankitalia che avevano il compito di controllare la genuinità dei derivati offerti dalle banche ai risparmiatori. Le indagini in corso mirano proprio ad identificare gli ispettori dei due organismi di controllo nei confronti dei quali potrebbe essere ipotizzato il reato di omesso controllo.

All’operazione dello scorso anno si ricollega il sequestro preventivo della Guardia di finanza di Molfetta, in provincia di Bari, su disposizione della magistratura di Trani, di 358.157,83 euro alla filiale di Corato (Bari) del Monte dei Paschi di Siena nell’ambito delle indagini su presunti illeciti in materia di strumenti finanziari derivati del tipo “Interest Rate Swap”, sottoscritti da imprese private che operano nella provincia. A farlo scattare è stata la denuncia presentata dal titolare di una impresa che opera in quel comune che si è vista addebitare la somma complessiva di circa 415mila euro a causa delle perdite subite dopo la sottoscrizione di un contratto derivato del tipo Interest rate Swap, su un valore nozionale di circa 4 milioni e 500mila euro proposto dalla banca a copertura di un finanziamento richiesto dalla società, in realtà mai concesso. Oltre agli addebiti, la società ha subito anche la segnalazione di sofferenza della somma di 415mila euro alla Centrale rischi della Banca d’Italia, provocando la difficoltà, tuttora perdurante, nell’accesso al credito.

La somma sequestrata rappresenta l’equivalente dell’ulteriore ingiusto profitto acquisito dalla Banca per effetto della stipula dei contratti derivati e si ricollega all’operazione già effettuata a lo scorso anno quando, a seguito di indagini delegate dalla Procura di Trani nei confronti del Banco di Napoli (gruppo Intesa San Paolo) e della banca Monte dei Paschi di Siena, si era proceduto al sequestro preventivo di contratti “interest rate swaps” per un valore di oltre 220 milioni di euro e la somma complessiva di circa 10 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro equivalenti all’ingiusto profitto sinora percepito dagli istituti di credito e circa 6 milioni di euro relativi ai prevedibili futuri flussi derivanti dai contratti in corso. Nel corso dell’operazione era stata sequestrata la somma di 56mila euro sempre a carico di Mps, la quale, non avendo ottemperato alle prescrizioni del gip, ha continuato ad addebitare sul conto del cliente le minusvalenze derivanti dal prodotto finanziario.

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