Non chiuderemo alcun stabilimento in Italia. Sono le parole di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, intervenuto all’inaugurazione dello stabilimento Maserati di Grugliasco. Dopo questo tentativo di rassicurazione, il numero uno di Fiat ha sottolineato la necessità di “non usare la Fiat per fini politici“.
“Confondere i compiti e le responsabilità del mondo politico con quelli di in un’industria, usare l’una per colpire l’altro non solo è assurdo ma è soprattutto dannoso”, ha spiegato. “Possiamo usare la Fiat per ridare all’industria italiana un futuro diverso e molto migliore, per il contributo che può offrire in termini di investimenti e di occupazione alla fase di ricostruzione dell’Italia e come testa di ponte per aprire il Paese ad una nuova fase di export. Usiamola per questo, ma solo per questo, non abusiamo di lei per fini politici. Le energie spese per attaccare la Fiat e gli sforzi anche spasmodici per trasformarla in un’arena politica sarebbe molto più utile indirizzarli verso il risanamento del Paese”.
L’amministratore delegato di Fiat e il presidente della società, John Elkann, sono stati accolti da numerosi applausi, in quella che è considerata un po’ una roccaforte della Fiom, dove quasi otto lavoratori su dieci appartengono a questa organizzazione. Per quanto riguarda la situazione in Europa nel 2013, Marchionne ha avvertito che “non sarà drasticamente diversa da quella del 2012”. “Abbiamo già ridotto le perdite nell’ultimo trimestre”, ha avvertito, sottolineando che il pareggio di bilancio sarà raggiunto tra il 2015 e il 2016. “Lavoriamo alla velocità della luce per arrivarci”. Marchionne ha precisato che “il mercato dell’auto in Europa è in caduta libera e forse non ha ancora toccato il fondo”. “Il 2012 è stato il quinto anno di declino consecutivo”, ha spiegato, “uno dei peggiori degli ultimi 20”. E, a chi gli domandava se il 2013 sarà peggio o meglio dell’anno passato, Marchionne ha risposto: “Più o meno in linea”.
Sul tema dello stabilimento di Pomigliano, infine, il manager ha promesso che “troveremo una soluzione relativamente ai 19 lavoratori dell’impianto, che il Lingotto dovrebbe mettere in mobilità dopo la sentenza del Tribunale di Roma che obbligava l’azienda ad assumere altrettanti lavoratori Fiom”.