Dopo una notte di bombardamenti su Gaza, un attentato a Tel Aviv e almeno sei morti e oltre venti feriti, è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ad annunciarlo, prima della conferma delle diplomazie, sono state fonti palestinesi. La giornata, caratterizzata da bombe israeliane e rappresaglie, è stata soprattutto una disperata corsa contro il tempo sul fronte diplomatico. Fino al risultato, annunciato nel tardo pomeriggio: “Stop di tutte le ostilità da entrambe le parti e apertura dei varchi della Striscia di Gaza per facilitare il passaggio delle persone”. Questi questi i punti principali dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza (iniziato alle 20 ora italiana), annunciati dalla presidenza egiziana in una conferenza stampa al Cairo con Hillay Clinton e il ministro degli esteri egiziano, Kamel Amr. Il segretario di Stato americano ha ringraziato l’Egitto per la sua mediazione nel raggiungimento di un accordo fra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e per avere assunto un ruolo di “leadership” e di “garanzia”. A stretto giro, da Washington, il presidente Barack Obama ha rivolto un messaggio al premier israeliano Netanyahu esprimendo “apprezzamento per i suoi sforzi nel lavorare con il nuovo governo egiziano per raggiungere un cessate il fuoco sostenibile e una soluzione più duratura al problema”. In attesa che vengano resi noti tutti i particolari dell’intesa per il cessate il fuoco, fonti egiziane riferiscono che l’accordo include l’impegno israeliano a porre fine agli assassini mirati degli esponenti delle milizie attive nella Striscia di Gaza e i raid aerei, e saranno anche facilitati i movimenti dei palestinesi. E il portavoce del presidente Morsi fa sapere che “l’Egitto lavorerà per il controllo di questo accordo”.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon sottolinea che l’annuncio arriva al termine di una “settimana sanguinosa”. Per il segretario generale rimangono tuttavia molti dettagli che vanno resi più stabili per raggiungere l’obiettivo di una pace duratura. “L’uso della forza che ha messo in pericolo la popolazione è inaccettabile”, ha affermato Ban, ribadendo che i civili appartenenti a entrambi le parti non possono vivere costantemente nella paura (guarda il video di Cosimo Caridi dal più grande ospedale della Striscia di Gaza).

Fonti israeliane, pur confermando la tregua, hanno fatto sapere che non verrà revocato il blocco dell’enclave, in vigore da sei anni. Questo era uno dei punti-chiave per arrivare a un cessate il fuoco. “Una soluzione di compromesso prevede che ci sia un’intesa sull’eliminazione del blocco, e che sia poi applicata a una data prestabilita” dicevano fin dalla mattinata fonti palestinesi. Israele, trascorsa una fase di calma effettiva, dovrebbe poi allentare – pur senza abolirlo ufficialmente – il suo embargo navale nei confronti della Striscia. La tregua arriva all’ottavo giorno di un’operazione militare, che ha provocato almeno 146 morti di cui 30 bambini palestinesi e cinque vittime israeliane. Ma è un cessate il fuoco carico di tensione. Secondo il sito israeliano Ynet, a un’ora dall’entrata in vigore il cessate il fuoco erano già stati sparati da Gaza verso il sud di Israele 12 missili.

Prima dell’accordo, a complicare la situazione era stato il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, che aveva garantito un appoggio di Teheran “anche “militare”. Larijani ha sostenuto che “per aiutare la nazione palestinese i Paesi arabi dovrebbero fornire assistenza militare”. I deputati iraniani hanno inscenato una manifestazione spontanea dichiarandosi pronti “a combattere accanto ai palestinesi”. Dopo l’annuncio della tregua il leader di Hamas Khaled Meshaal ha espresso apprezzamento all’Iran per il suo sostegno nonostante le divergenze sulla Siria. In una conferenza stampa Meshaal ha aggiunto che Hamas “rispetterà l’accordo di tregua se Israele farà altrettanto”. “Se non lo farà risponderemo”, ha detto.

Gli appelli per una tregua duratura si erano susseguiti per tutta la giornata. Papa Benedetto XVI aveva rivolto un appello: “Odio e violenza non sono soluzione” per “l’aggravarsi della violenza tra israeliani e palestinesi nella striscia di Gaza”. Il Papa “incoraggia iniziative e sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua e promuovere il negoziato” ed esorta “le autorità di entrambe le parti ad adottare decisioni coraggiose in favore della pace e a porre fine a un conflitto con ripercussioni negative in tutta la regione mediorientale travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e riconciliazione”. Anche Francia e Italia hanno lanciato un forte appello affinché “tutti gli sforzi siano stati fatti per raggiungere una tregua indispensabile” in Medio Oriente: lo ha detto il presidente francese, François Hollande, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Parigi con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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