La notizia è che questa volta le scene di violenza tristemente note in Val di Susa non si sono verificate. Nessun sasso e nemmeno gas lacrimogeni. Gli attivisti, una volta giunti alle reti, hanno cominciato la solita battitura con pietre e bastoni. Dopo aver creato un varco tra le reti un gruppo di attivisti si è introdotto nel cantiere e ha ribaltato un palo d’illuminazione. La polizia è rimasta a distanza e non ha usato gas-lacrimogeni. I danni al cantiere sembrano essere una strategia messa in atto dai NoTav per rallentare i lavori di scavo del tunnel geognostico. Sempre in questa logica i manifestanti hanno allestito nel pomeriggio un presidio davanti all’ingresso del cantiere per evitare l’accesso dei mezzi e dei lavoratori  di Cosimo Caridi

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