Tampa – Stato di emergenza in Louisiana, Mississippi, Alabama. New Orleans che prepara l’ordine di evacuazione. Migliaia di persone probabilmente costrette a lasciare le proprie case lungo la costa settentrionale del Golfo del Messico, con venti a 100 km/h e piogge devastanti che dovrebbero toccare la terraferma nella serata di martedì o nelle prime ore di mercoledì. Esattamente nel settimo anniversario di Katrina, la paura torna tra gli abitanti degli Stati del Golfo. Isaac segue la stessa traiettoria dell’uragano che il 29 agosto 2005 uccise 1800 persone e l’America non vuole ridare al mondo la stessa impressione di agghiacciante incuria e impreparazione. “Il momento di prendere tutte le precauzioni è ora”, ha detto il governatore dell’Alabama, Robert Bentley.

Isaac sembra aver risparmiato Tampa, sede della Convention repubblicana, per continuare la propria corsa verso nord-ovest. L’evacuazione in Alabama è iniziata alle otto di stamane (ora americana), ma l’allarme è stato proclamato per un area molto più vasta, che da Morgan City, Louisiana, arriva sino a Destin, Florida. “Ci sono inquietanti analogie tra Isaac e Katrina”, ha spiegato il metereologo Dave Hennen. Katrina, che attraversò il sud della Florida come moderato uragano di categoria uno, acquistò intensità di categoria cinque a contatto con le acque calde del Golfo. Isaac, che ha ucciso sei persone a Haiti e provocato la chiusura di aeroporti, alberghi e attività commerciali a Key West e nell’area circostante, si sta muovendo lunedì mattina a circa 180 km a sud di Fort Myers, in Florida. Dovrebbe abbattersi sulla costa come uragano di categoria 2, quindi con venti sino a 177 km/h. Secondo il National hurricane center, una marea alta sino a due metri potrebbe travolgere le città costiere.

“Siamo in uno stato di forte allerta. So che il livello di ansia è molto alto”, ha detto il sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu. Al momento non è stata ordinata l’evacuazione della città, anche se i preparativi sono in fase avanzata. Nel caso Isaac divenisse una minaccia reale, verrebbero utilizzati centinaia di treni e autobus per portare i residenti fuori dal centro urbano e non intasare scuole, aeroporti, Superdome di migliaia di disperati, come avvenuto nel 2005. In Louisiana il governatore Bobby Jindal ha ordinato l’evacuazione obbligatoria soltanto per le aree più esposte attorno a St. Charles Parish e Plaquemines, nel delta del Mississipi. 47 piattaforme petrolifere nel Golfo del Messico sono state evacuate domenica notte. Bp allontanerà tutti i lavoratori dalle sue piattaforme entro lunedì, mentre ExxonMobil spiega di “stare considerando l’evoluzione metereologica, prima di prendere qualsiasi decisione”. A causa delle condizioni atmosferiche, 550 voli sono stati cancellati sino ad ora all’aeroporto di Miami-Dade.

L’evoluzione di Isaac continua a essere seguita con preoccupazione dagli organizzatori della Convention repubblicana a Tampa. Anche se la città non verrà probabilmente pesantemente toccata, la tempesta tropicale costringe a aggiustamenti ulteriori del tono e del programma (la Convention ha già annullato i lavori della sua prima giornata, lunedì). “Sono preoccupato per la gente che verrà colpita”, ha detto Mitt Romney, che in queste ore si trova ancora nella sua casa di vacanze in New Hampshire, limando il discorso di accettazione della candidatura repubblicana. La campagna repubblicana sa comunque molto bene che a Tampa dovrà evitare toni troppo trionfalisitici (rilanciati da un sondaggio Washington Post/NBC News, che dà Romney al 47% e Obama al 46% tra gli elettori registrati), che potrebbero risultare particolarmente sgraditi mentre milioni di americani sono alle prese con le devastazioni dell’urgano. I repubblicani vogliono assolutamente evitare quanto successo nel 2005, quando George Bush, e il partito, diedero un’impressione di insensibilità e incompetenza di fronte alle devastazioni inflitte da Katrina. Russ Schriefer, tra gli strateghi della campagna di Romney, ha annunciato che il programma della tre giorni repubblicana è in continua evoluzione e segue le notizie che arrivano dal Golfo. Anche grandi network, televisioni, giornali stanno cambiando i loro piani e dislocando decine di reporter nelle zone interessate dalla tempesta. 

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