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Imperia, il Riesame dà ragione al pm: Caltagirone rischia di tornare in carcere

Nell'ambito dell'inchiesta sul porto ligure il tribunale di Genova ha accolto l'istanza della Procura: l'imprenditore e un geometra, già arrestati a marzo, potrebbero finire di nuovo in cella

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Rischiano di tornare in carcere l’ingegnere Francesco Bellavista Caltagirone e il geometra Carlo Conti, arrestati il 5 marzo scorso nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Imperia per truffa ai danni dello Stato sulla costruzione del nuovo porto di Imperia. Caltagirone aveva ottenuto il 21 aprile scorso gli arresti domiciliari mentre Conti era tornato a piede libero. Ma ora il tribunale del Riesame di Genova ha accolto l’istanza del pubblico ministero Maria Antonia Di Lazzaro contro la scarcerazione dell’ingegnere e del geometra.

I legali di Caltagirone (Nerio Diodà e Alessandro Moroni) e di Conti (Alessandro Mager e Maria Josè Sciortino) attendono ora di conoscere le motivazioni e valuteranno se ricorrere alla Cassazione. Qualora la Cassazione dovesse dare ragione al pm e, quindi confermare la tesi del Riesame, Caltagirone e Conti dovranno tornare in carcere. Caltagirone è a capo della Acquamare srl, azionista al 33,3 per cento del porto, con il Comune di Imperia e Imperia Sviluppo (cordata di imprese locali), che detengono la stessa quota. Lo scandalo legato al porto aveva provocato un terremoto politico in città, con l’ex sindaco Paolo Strescino sfiduciato dal consiglio comunale l’11 maggio scorso.

La vicenda. La misura di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditore chiesta dal pm di Imperia Lazzaro è stata emessa per truffa aggravata ai danni dello Stato, nell’ambito dell’inchiesta, avviata nell’ottobre del 2010, sulla costruzione del nuovo porto turistico di Imperia. Misura cautelare anche nei confronti dell’ex direttore della Porto di Imperia spa, Carlo Conti, per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato. Risultano indagati a piede libero anche Paolo Calzia, che all’epoca dei fatti contestati era direttore generale del Comune di Imperia, Delia Merlonghi, legale rappresentante della società di Caltagirone, e Domenico Gandolfo, ex direttore della Porto di Imperia.

Il porto. Si tratta di un’opera faraonica: 1.440 posti barca più 117 appartamenti. Il tutto realizzato dalla società di Francesco Bellavista Caltagirone, noto anche per aver partecipato alla cordata Alitalia sponsorizzata dal Governo. L’Acquamare detiene il 33 per cento della società Porto di Imperia spa, un altro terzo è del Comune di Imperia, l’ultima fetta è in mano a imprenditori locali tra cui risultava anche Pietro Isnardi, consuocero di Alessandro Scajola, fratello dell’ex ministro, ma soprattutto suocero di Marco Scajola, che ha anche ricoperto il ruolo di vicesindaco della città.

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