Se tornerà libero o finirà in carcere si saprà solo tra due giorni. Dopo tre ore e mezzo di discussione, nell’aula del Tribunale del Riesame di Firenze, restano ancora incerte le sorti di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata lo scorso 13 gennaio davanti all’isola del Giglio. I giudici, infatti, si sono riservati la decisione e soltanto giovedì, giorno in cui scadono i termini, si pronunceranno sui due ricorsi presentati dalla difesa e dai pubblici ministeri della Procura di Grosseto titolari dell’inchiesta.

Da un lato i legali hanno chiesto, e ribadito anche oggi, la revoca della misura dei domiciliari. Dall’altra i sostituti procuratori hanno rimarcato la necessità del carcere, ritenendo la scelta dei domiciliari non sufficiente. “C’è stata una lunga discussione, come avete potuto verificare anche voi, e il tribunale si è riservato. Il termine fissato è il 9 ed entro quel giorno ci faranno conoscere la decisione”. Lo ha detto l’avvocato Bruno Leporatti al termine dell’udienza, mentre il pm di Grosseto Stefano Pizza non ha rilasciato alcuna dichiarazione. “Siamo ottimisti. Schettino si aspetta ciò che abbiamo chiesto: la sua liberazione. Stiamo a vedere” ha chiosato invece l’altro difensore del capitano, l’avvocato Salvatore Parascandola, ribadendo, tra l’altro, che il suo assistito ha intenzione di cambiare lavoro. “Abbiamo spiegato di nuovo che non c’è né il pericolo di reiterazione del reato, perché non è possibile che il capitano Schettino torni al comando di una nave – ha aggiunto – né il rischio di inquinamento di prove o, ancora meno, di fuga”. E’ invece proprio quest’ultimo punto a essere stato maggiormente messo in discussione dai pubblici ministeri, che anche stamani hanno ribadito la necessità di una misura più restrittiva.

Durante l’udienza non è stata invece affrontata la questione della giovane moldava, Domnica Cemortan, come ha confermato l’avvocato Parascandola rispondendo alle domande dei giornalisti. “E’ un aspetto irrilevante” ha puntualizzato, chiarendo poi che il suo assistito non è pentito di quanto accaduto. Perché “è ovvio, come potete immaginare, che viva una situazione difficile, ma non è questione di pentirsi o no”. “Adesso Schettino – ha aggiunto – è particolarmente preoccupato per questa importante decisione del Riesame”.

Decisione per la quale ci sarà ancora da attendere due giorni, così come ci sarà da attendere per l’estrazione del carburante dalla Concordia. Le condizioni meteorologiche sono sfavorevoli e impediscono le operazioni di “defueling”. Oggi e domani il vento forte e il mare mosso hanno letteralmente bloccato gli interventi di preparazione per estrarre il carburante e mancano ancora due valvole da montare: un passaggio obbligato per procedere con i lavori. Ancora non è stato reso noto quando potranno riprendere considerato che per tutta la settimana è previsto maltempo in Toscana, con l’allerta di criticità valida fino a lunedì 13.

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