A meno di cento giorni dalle elezioni, si accende la corsa all’elezione a sindaco di Londra. Sul piatto della bilancia, trasporti, sicurezza e rilancio dell’economia della capitale britannica. Ma, se fino poco tempo fa pareva scontata la rielezione del conservatore Boris Johnson, ora un sondaggio effettuato da ComRes per il London Evening Standard pare capovolgere la situazione. Lo sfidante Ken Livingstone “Il Rosso”, già sindaco in passato, recupera e supera di due punti percentuali la sfida delle intenzioni del voto previsto per il 3 maggio. La rilevazione ha sancito che al primo turno il 46 per cento dei londinesi voterebbe per Livingstone, il 44 per cento per Johnson e il cinque per cento per Brian Paddick dei liberaldemocratici. Un vero successo per Ken Il Rosso, anche considerando il generale e costante calo del Labour nel Regno Unito.

I trasporti, appunto, sono il primo fronte della battaglia. La metropolitana e gli autobus, innanzi tutto. Il primo gennaio le tariffe sono aumentate in città di una media del cinque per cento – otto per cento a livello nazionale. Livingstone già da mesi sostiene di essere in grado, se eletto, di ridurre le tariffe del sette per cento, grazie al surplus finanziario di Trasport for London. Un argomento molto sensibile per i londinesi, visto il prezzo dei biglietti e degli abbonamenti. Ma la battaglia non corre solo “underground”. L’attuale sindaco Johnson sta appoggiando con tutte le sue forse il progetto per un nuovo, super aeroporto da costruire alle foci del Tamigi. Sarebbe uno scalo da 50 miliardi di sterline, progettato dall’architetto Sir Norman Foster, in grado di sostituire l’inflazionato Heathrow. Johnson punta su quello per il rilancio della capitale, Livingstone e i verdi dicono che sarebbe inutilmente dispendioso e dannoso per l’ambiente e per l’ecosistema del Tamigi. Ma ora anche il primo ministro David Cameron ha intenzione di fare sua la battaglia per il nuovo scalo. Dando forza alla posizione di Johnson.

Si prospettano quindi elezioni combattute sul filo del rasoio. Già a novembre, un altro sondaggio aveva messo in luce come l’aumento delle tariffe dei trasporti avrebbe potuto mettere in difficoltà l’attuale primo cittadino. Le preferenze, tuttavia, sono anche geograficamente ben definite. Mentre il sindaco conservatore ha le sue roccaforti in periferia – dove il 57 per cento degli abitanti si dichiarano a suo favore – lo sfidante Livingstone va forte nelle aree centrali della capitale, con il 68 per cento delle preferenze. Si profila quindi anche uno scontro fra due modi diversi di intendere e di vivere la capitale. Vincerà la borghesia dei sobborghi residenziali oppure le fasce più deboli di East London? Prevarranno i professionisti pendolari oppure chi lavora nella City? Londra è difficilmente segmentabile: aree ricche e povere si alternano a macchia di leopardo e spesso sono inglobate fra loro. Ma alcune linee di tendenza sono comunque ben chiare. E una di queste è che, alle ultime elezioni, quelle che hanno fatto vincere Johnson, la periferia ha prevalso sul centro.

In effetti, nonostante il sorpasso, fa riflettere un altro dato del sondaggio effettuato per il London Evening Standard. Il 46 per cento degli interpellati pensa che a vincere, nonostante tutto, alla fine, sia proprio Boris Johnson. Solo il 24 per cento ritiene che alla fine prevalga Ken Livingstone. Insomma, intenzioni di voto per nulla supportate da reali convincimenti, commenta il quotidiano della capitale. Sempre secondo il sondaggio, Johnson sarebbe più idoneo a vincere le sfide della sicurezza e dell’economia. E la comparsata a Davos di ieri non avrà fatto altro che rafforzare questa opinione. Inoltre, solo il 30 per cento crede che Livingstone sia veramente in grado, se eletto, di rispettare la sua promessa di abbassare le tariffe della metropolitana. Mentre, al contrario, una larga maggioranza ritiene che Johnson sia maggiormente in grado di gestire la città durante le Olimpiadi e Paraolimpiadi di agosto e settembre: quando Londra dovrà correre forse più dei centometristi.

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