Mitt Romney in testa, seguito da Ron Paul. Al terzo posto, Rick Santorum. Lo dicono alcuni sondaggi (uno soprattutto, particolarmente accurato, di Nbc News/Marist), a poche ore dall’apertura ufficiale delle primarie repubblicane, il 3 gennaio, con i caucuses dell’Iowa. Circa 150 mila persone si recheranno alle 7 di sera nei 1774 distretti elettorali di questo Stato agricolo del Midwest. Il loro voto dovrebbe offrire una prima indicazione sugli orientamenti repubblicani in vista delle presidenziali 2012.

Romney, il candidato dell’establishment repubblicano e delle élite finanziarie, pare essere riuscito nelle ultime ore a superare le resistenze dei social conservatives, i conservatori sui temi della morale così numerosi in Iowa. In un comizio in un parcheggio alla periferia di Des Moines, la capitale dello stato, Romney si è rappresentato come un “outsider in lotta per difendere l’anima della Nazione”.

In realtà il recupero di Romney nelle intenzioni di voto dei repubblicani si deve soprattutto a una vera e propria valanga di spot elettorali, alcuni pagati direttamente da Romney ma molti provenienti da gruppi che fiancheggiano la sua campagna. Tra questi si è distinto soprattutto “Restore Our Future”, guidato da un manipolo di ex-consiglieri politici di Romney, che in questi giorni sta inondando le televisioni dell’Iowa con una serie di spot al vetriolo contro Newt Gingrich (accusato, tra le altre cose, di aver offerto i propri servigi politici a troppe corporations e di non essere “moralmente” affidabile).

Chi continua a contare sulla forza del proprio messaggio politico è invece Ron Paul, dato al secondo posto in molti sondaggi. “Ron Paul possiede una rete straordinaria di volontari”, ci dice Alexander Burns, che per Politico.com segue da settimane i caucuses. Paul non ha soltanto la rete più estesa ed entusiastica di volontari (cui sono state impartite regole ferree per la campagna “porta a porta”: barba e capelli in ordine, abiti decenti, modi gentili. E soprattutto, nessun contatto con i giornalisti, per evitare strumentalizzazioni). Nelle casse di Ron Paul sono infatti finiti il maggior numero di finanziamenti dei militanti repubblicani dell’Iowa. E, a conferma di un seguito popolare forte e diffuso, è venuta anche la notizia che Paul è il candidato più citato, nominato, appoggiato su Twitter e i social networks.

Il suo messaggio libertarian (riduzione radicale dello stato federale, abolizione della Federal Reserve, ritiro degli Stati Uniti dalle aree più calde del mondo) piace del resto a molti militanti repubblicani e guadagna consensi anche tra i democratici. Negli ultimi giorni Paul ha però subito attacchi feroci dagli altri sfidanti, che cercano di dipingerlo come un candidato “di minoranza”, al di fuori del repubblicanesimo più ufficiale (soprattutto Romney si è scagliato contro Paul, sostenendo che la sua politica isolazionista potrebbe dar libero corso alla minaccia nucleare iraniana. Paul, in un’apparizione in una biblioteca di Sioux Center, ha risposto che “non esiste alcuna prova che l’Iran abbia il nucleare. E anche se l’avesse, non sono dei pazzi suicidi. Israele ha 300 ordigni nucleari…”).

La sorpresa delle ultime ore è comunque Rick Santorum, ormai diventato il candidato ufficiale dei conservatori religiosi dello Stato (soprattutto dopo la pubblica dichiarazione di voto a suo favore dei leader evangelici Bob Vander Plaats e Chuck Hurley). Meno dotato di mezzi finanziari, rispetto agli avversari, Santorum ha girato l’Iowa come nessun altro candidato (totalizzando ben 250 apparizioni pubbliche nello Stato, più di Romney, Gingrich e Paul messi insieme). La strategia di una politica “vecchio stile”, fatta soprattutto del contatto diretto tra il candidato e gli elettori, ha alla fine pagato. Giovedì scorso Santorum, un ex-senatore della Pennsylvania famoso soprattutto per la sua opposizione all’aborto, ha raccolto una somma record di finanziamenti elettorali. Il suo quartier generale, alla periferia di Des Moines, ha ora 15 nuove linee telefoniche, cui lavorano schiere di volontari dell’ultim’ora. E il sito del candidato ha quadruplicato i contatti, rispetto a due settimane fa.

Quanto agli altri sfidanti, Rick Perry e Michele Bachman non sembrano al momento avere molte chance (i loro ultimi comizi hanno visto una bassissima partecipazione). Resta l’incognita Newt Gingrich, il vulcanico ex-speaker della Camera, protagonista nelle scorse settimane di un improvviso balzo in avanti nei sondaggi. Oggetto di una valanga di attacchi da parte degli altri candidati, Gingrich sembra aver abbandonato le speranze di conquistare l’Iowa, e si starebbe concentrando sulle future primarie in South Carolina e Florida, due Stati a lui più congeniali.

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