Una maggioranza che della menzogna e della mistificazione ha fatto la propria bussola, zeppa di inquisiti e condannati per reati di mafia e contro la pubblica amministrazione, con qualche ex piduista che impreziosisce la camerata, da due giorni va a testa bassa contro il giudice Antonio Ingroia. Capo di imputazione è la perdita di imparzialità del magistrato per aver partecipato a Rimini al Congresso nazionale dei Comunisti italiani -piccolo ma orgoglioso partito – per aver preso la parola e, peggio ancora, nefandezza inespiabile, per aver detto che lui è partigiano: partigiano della Costituzione repubblicana. Che lui, Antonio Ingroia, resta e resterà fedele alla Costituzione e si troverà sempre dalla parte di chi la difende e la difenderà.

Scandalo! Scandalo! Tre volte scandalo! Strillano come tacchini, ringhiano come cani rabbiosi, i principali esponenti della destra italiana; inondano le agenzie stampa di dichiarazioni, di comunicati, di fax, imperversano sui giornali, occupano i salotti televisivi, tra poco, c’è da aspettarselo, irromperanno anche negli spot commerciali gridando, loro!, al pericolo dell’eversione del potere giudiziario. Che pena… Incapaci di affrontare la crisi, pronti a impoverire ancora di più il popolo italiano e a svendere i suoi beni, la destra e il suo delegittimato, debole e squalificato governo scatenano ciò che rimane della loro rabbiosa e schiumante energia contro un magistrato onesto, coraggioso, che non si è mai nascosto e che mai ha blandito il potere per opportunismo e carrierismo.

Si scandalizzano della parola “partigiano”! Certo, capisco che alla cultura fascista e della destra più retriva il solo pronunciare o sentir pronunciare “partigiano” possa provocare conseguenze fisiche a volte quasi letali, dall’orticaria alla corrosione delle corde vocali, da labirintiti acute a gravi ictus cerebrali, ma ragioniamo di più sul termine. Qualunque dizionario spiegherebbe che partigiano indica colui che è di parte, e che essere di parte è opposto a chi è terzo, a chi non parteggia, a chi cioè è imparziale.

Bene, ma Ingroia si è dichiarato partigiano della Costituzione e la Costituzione non è parte o di parte; o se si preferisce, è contrapposta alle discriminazioni, è parte contrapposta alle ingiustizie, alla mortificazione della solidarietà, alla violazione dei diritti civili e politici, è contrapposta agli eversori e ai criminali, all’ignoranza, al populismo e all’autoritarismo e a tanto altro ancora. Questa è la Costituzione italiana del 1948, la Costituzione repubblicana, laica, democratica e antifascista, e per questo cittadini ed esponenti delle istituzioni dovrebbero sempre dichiararsi e comportarsi come suoi partigiani. Non c’è un campo diverso da poter legittimamente scegliere in alternativa…

Ps: Qualcuno potrebbe ricordare a Giuliano Ferrara, ben infagottato con i nostri soldi di contribuenti Rai, che apprezzeremmo di più se mostrasse un po’ di indignazione politica, per esempio, per quel ministro rinviato a giudizio per reati di mafia? Oppure il gran Giuliano è un partigiano di Saverio Romano?

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