Non era affiliato alla ‘ndrangheta, ma, stando agli investigatori, era comunque contiguo alle cosche mafiose. Particolare che potrebbe indirizzare le indagini sull’omicidio di Vincenzo Sgabellone, 31 anni, bracciante e soprattutto consigliere comunale di maggioranza nel comune di Samo in provincia di Reggio Calabria. Sgabellone, che non aveva precdenti per mafia, ma solo una denuncia per guida senza patente quando ancora era minorenne,  è stato ucciso ieri sera con cinque colpi di pistola calibro 7,65.

Oggi la scoperta del corpo. Anche per questo la ricostruzione degli investigatori è ancora fumosa. Sgabellone ieri non è rientrato a casa. Allarmati, i familiari hanno avvertito i carabinieri. Alla fine è stato un parente a trovarlo in aperta campagna, in un terreno di sua proprietà dove il consigliere comunale accudiva alcuni animali.

Sgabellone è stato ritrovato con la scatola cranica spappolata. Tutti e cinque i colpi di pistola lo hanno raggiunto in testa. Agghiacciante la scena vista in località Scorizzi dai carabinieri guidati dal maggiore Alessandro Mucci. Il consigliere comunale è stato giustiziato con modalità mafiose. Non ci sono dubbi su questo. A pochi metri dal corpo i militari dell’Arma hanno trovato la sua autovettura Mitsubishi completamente bruciata.

Nel 2009, Sgabellone era stato eletto al Consiglio comunale di Samo con la lista civica “Pace, libertà e progresso”. A parte una denuncia per guida senza patente, quando era minorenne, la vittima non aveva precedenti penali. Ecco perché gli inquirenti al momento escludono che l’omicidio sia legato all’attività politica del giovane. Piuttosto, i carabinieri stanno cercando di ricostruire gli ultimi giorni di vita e le frequentazioni di Sgabellone. In diverse occasioni, infatti, il consigliere comunale era stato controllato ai posti di blocco in compagnia di pregiudicati per associazione mafiosa. In particolare, tra questi ci sarebbero soggetti di Africo, coinvolti nell’inchiesta “Crimine” nell’ambito della quale, nel giugno 2010, sono stati arrestati un centinaio di presunti affiliati alla ‘ndrangheta. Proprio il contesto delle frequentazioni di Sgabellone, nelle prossime ore potrebbe spingere il sostituto procuratore di Locri Salvatore Cosentino a trasmettere il fascicolo delle indagini alla Direzione distrettuale antimafia.

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