“Ho visto che In Onda sará condotto anche da Nicola Porro. La informo che non guarderò più il programma”.

Ho ricevuto una decina di messaggi come questo. Pochi, in proporzione alle tante mail che ricevo ogni giorno, ma troppi rispetto all’idea bella che ho del pubblico, alle intelligenze che incontro per strada, nella vita di tutti i giorni, e che mi danno un feedback importantissimo su quello che diciamo e facciamo in tv. Dietro l’anonimato di Internet, invece, proliferano i piccoli integralismi, le invettive apocalittiche e i veti e gli ultimatum.

Siccome molti di questi che scrivono mi esortano e mi incoraggiano a una imprecisata “resistenza”, vorrei per una volta deluderli. Sono molto contento di confrontarmi con uno che ha un’idea diversa dalla mia. Penso che questo sia un servizio per me, e uno per il pubblico. Penso che uscire dalla logica del conduttore-guru e dei programmi embedded, o di qua o di lá, sia un modo per uscire dallo schema asfittico che ha occupato il giornalismo televisivo in questi anni, ognuno con i suoi dogmi e con il proprio coro di eroi greci. Ce n’é tantissimi di programmi così, anche molto belli e fortunati, questo sarà diverso.

Rispetto a chi teme una idea diversa io penso il contrario: forse litigheremo spesso, con quel fottuto liberista berlusconiano di Nicola. Ma sará un duello leale, un bel litigare. Allora – visti i tempi oscuri per l’informazione libera – qualcuno dice: “Ma non si può accettare che La7 viri a destra!”. Beh, La7 non vira da nessuna parte, e ha appena battezzato, con grande successo, il bel programma di Corrado Formigli.

E allora qualcuno dice: “Ma é un clone di Annozero!”. Curioso. Perché vorrebbe dire, in primo luogo, che é un programma libero. E poi che Annozero era giá figlio (anche) del talento di Formigli. Forse bisognerebbe dire che Piazzapulita é un’altra voce libera, come i Pink Floyd senza Roger Waters erano comunque un pezzo della storia dei Pink Floyd.

Allora qualcun altro mi scrive, come ha fatto stamattina Mauro: “Ma io non guarderò In Onda perché non c’é Luisella!”. Ecco cosa gli ho risposto.

Caro Mauro, prima di smettere di guardare potresti vedere la prima puntata? Potresti ascoltare questa sera Don Gallo, uno che sulla Rai si vede poco o nulla, solo da Fazio?

In ogni caso: la rete ha sostenuto che un programma con due conduttori si giustificava se c’erano due punti di vista diversi. Il che vuol dire che potevano togliere sia me che Luisella. Hanno scelto di togliere lei, e di proporle un’altra cosa. Luisella si é arrabbiata (lo capisco) e non ha ancora deciso se accetterà o meno.

Non c’é nessuna motivazione “politica”, nella sua sostituzione. Otto e mezzo – per dire – ha cambiato sei conduttori, e nessuno ha detto: é stato epurato Luca Sofri, hanno fatto fuori Alessandra Sardoni, una censura politica ha tolto di mezzo Barbara Palombelli, tragedia, é sparito Lanfranco Pace, nessuno si é dispiaciuto per Federico Guiglia o Ritanna Armeni, nessuna petizione per la sostituzione di Gad Lerner.

Quindi, se molti sono in apprensione perché Luisella non c’é, questo significa una cosa positiva (che il suo lavoro e il nostro programma erano apprezzati) ma anche che c’è un continuo allarme censura che sfiora la paranoia. Se non altro perché so che, se Serena Dandini non troverà spazio alla Rai, é molto probabile che lo trovi da noi, nella tv “diversamente libera”.

Ma mi chiedono anche: tu che ne pensi? É vero che non andavi d’accordo con Luisella? Sì, é vero. Ci sono state divergenze, momenti belli, e anche litigi. Ma questo non mi ha impedito di fare con lei centottanta puntate (praticamente una coppia di fatto!).

E se fosse successo a te? Se fosse successo a me mi sarebbe dispiaciuto fino al mal di fegato, ma é uno dei rischi probabili quando si fa televisione. Siamo pagati bene, anche per questo rischio professionale. Quando Tetris non é ripartito ho ricevuto una pioggia di mail che mi hanno chiesto perché, non mi è passato per la testa che ci fossero retroscena politici (non c’erano).

Chiedo a Mauro: hai smesso di vedere Otto e mezzo quando é andato via persino Ferrara ed é arrivata la Gruber? Hai immaginato che fosse una censura? Non si può essere così fulminati da pensare che se va via Ferrara é un avvicendamento, ma se mettono Porro é un dramma.

La cosa che può divertire i cultori della lotta anti-censura é che oggi c’è un quotidiano che titola in prima pagina sull'”epurazione” di Luisella, e che esalta – giustamente – le sue doti, annunciando che potrebbe approdare nei Comizi d’amore di Santoro. É il Giornale. Avete capito bene. Il Giornale di Nicola Porro su cui Laura Rio fa un bell’esercizio di scrittura a schiena dritta, come direbbero su questo blog, senza nessuna reverenza per il suo vicedirettore.

Meditate, gente, meditate. L’informazione in Italia é una questione complessa, che non si risolve con l’estetica della Curva sud.

Articolo Precedente

I Siciliani, giornalismo contro la mafia

next
Articolo Successivo

Premier a tempo perso

next