Rientro dopo settimane di navigazione, senza giornali, senza televisione. L’impatto con quel che vedo e sento è enorme, insopportabile. Il mio dissenso, il mio schifo, per tutto quello che accade nella nostra politica e nella nostra amministrazione pubblica è ormai totale. A ogni giornale, a ogni telegiornale, io mi sento sempre più a disagio. Non c’è nulla di quello che sento che non generi in me un sentimento di ripulsa. Tutti indagati, tutti con le mani in qualche pasta, tutti in guerra a difendere interessi economici, oppure tutti in guerra a tentare di stanare qualcun altro. Ma come vive questo Paese, ormai?
Non voglio più sentire, non voglio che inquinino la mia anima, non voglio più avere a che fare (neppure solo per sentito dire) con tangenti, avvisi di garanzia, truffe, conti all’estero, telefonate su utenze panamensi, discariche abusive di vent’anni fa, casa comprate a insaputa del proprietario, beghe di partito, di corrente, autorizzazioni a procedere. Non voglio che la mia vita venga divorata dal disincanto, dalla disperazione che questo mondo, questa cultura, generano in me. Voglio vivere lontano da tutto ciò, anche se so già che non ci riuscirò, che una parte di me continuerà a indignarsi, a fremere, a sperare in una Piazza Tah-Arir, in una qualche marcia di Indignados, in un qualche limite invalicabile che questo nostro mondo deve pur avere. Ma c’è, poi, questo limite, oppure digeriremo altre notizie, altri fatti, come abbiamo digerito tutto fin qui, considerandolo ormai quasi normale?
Ammetto tutti i limiti del mio desiderio di astrazione. Ammetto tutta la disfatta che significa il mio bisogno di non sapere. Ammetto anche il danno che proverrebbe dai tentativi di ignorare, di non sapere. Tentativi per altro vani, visto che comunque non so non leggere, non commentare, non indignarmi. Mi chiedo come sia possibile, ancora, oggi, partecipare, non lasciare campo libero. Un uomo che abbia ancora una coscienza, che abbia ancora una sensibilità sociale, come può sopravvivere di fronte all’elenco da obitorio che fa Mentana tutte le sere introducendo il suo Tg?
Ogni notizia che viene dal mondo, ormai, sembra il fotogramma di un film dell’orrore. Il denaro, il denaro, il denaro… e ogni mezzo per ottenerlo, per occultarlo. Il potere, il potere, il potere, e ogni mezzo per acquisirlo, per amministrarlo. Non c’è altro, tranne le vittime di ciò. Questa cultura è disumana, vorrei poterla rifiutare completamente, farla sparire dal mio mondo, e l’unico mezzo vagamente efficace per farlo è chiudermi nelle storie, nei libri, studiare, scrivere, o navigare lontano, dove ci sia solo vento e mare. Fuggire, ignorare, fare come se quel mondo, il nostro mondo, non esistesse più…
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