Noi ragazzi dal rifugio de ipazzisietevoi.org abbiamo deciso di sperimentare sulla nostra pelle le condizioni di vita in caso di incidente nucleare.

Dopo 26 giorni chiusi qui dentro, in fondo ci mancano SOLO poche cose: il cibo, l’aria, la socialità e la libertà.

Consumare scatolame senza cibi freschi suona strano. All’inizio eravamo curiosi di sperimentare una dieta diversa e veloce. Già dal terzo giorno gli sguardi curiosi sono diventati tristi e rassegnati: l’industria dello scatolame può certamente salvare la vita ma non renderla soddisfacente.

La mancanza di aria è la privazione peggiore, è la prima cosa che senti e che cerchi di dimenticare. Cerchi di non pensare all’eccesso di anidride carbonica che dimezza la capacità di mantenere la concentrazione, come la calma in situazioni più complicate.

Immaginatevi che potrebbe succedere se l’incidente fosse reale. Non c’è spazio per molti e non è detto che si possa scegliere con chi passare il soggiorno d’emergenza. Vedere le solite facce, con le solite abitudini senza avere possibilità di evadere ti costringe a modellarti anche in relazione al prossimo.

La noia per una routine che non cambierà, lo stress per la possibile incompatibilità, o una calma non sempre facile da richiamare, possono creare momenti terribili.

Il concetto di libertà è troppo ampio parchè lo si possa spiegare in due parole. Ma quello che hai letto finora descrive la vita che vorresti? Il tuo futuro decidilo tu: il 12 e 13 giugno al Referendum sul nucleare metti una croce sul Sì.


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