Il segreto di Stato rende non giudicabile Nicolò Pollari e Marco Mancini. La terza sezione della Corte d’Appello di Milano conferma per entrambi gli ex agenti del Sismi, accusati di concorso nel sequestro di Abu Omar, il non luogo a procedere e modifica, solo in parte, la sentenza di primo grado emessa il 4 novembre 2009. I giudici dell’appello non hanno riconosciuto, invece, le attenuanti generiche ai 23 agenti della Cia coinvolti nel sequestro dell’imam egiziano e hanno attenuato le condanne per Pio Pompa e Luciano Seno, ex funzionari del Sismi.

Condannati in primo grado per favoreggiamento a tre anni, per entrambi oggi la pena è stata ridotta a due anni e otto mesi. Per loro è stata cancellata anche la condanna al pagamento di una provvisionale nei confronti della vittima. A pagare per quel rapimento, in sostanza, restano solo gli americani, i 23 agenti Cia che hanno visto lievitare le condanne fino a nove anni così come per l’ex capo della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, in primo grado condannato a otto anni. I giudici nell’aumentare la pena non hanno riconosciuto le attenuanti generiche. A carico degli agenti americani c’è inoltre il risarcimento di 1,5 milioni di euro per l’ex Imam Abu Omar e per sua moglie. In particolare, i giudici hanno confermato il risarcimento di 1 milione di euro per Abu Omar, assistito dall’avvocato Carmelo Scambia, e di 500 mila euro per sua moglie, assistita dall’avvocato Luca Bauccio

Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati di Pollari e Mancini. “Non si doveva neanche celebrare l’appello alla luce della condanna di primo grado legata a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale”, ha spiegato il legale di Mancino, Luigi Panella. Anche il secondo grado di giudizio tiene conto, infatti, di quanto deciso dalla Corte di Cassazione che aveva riconosciuto il segreto di Stato opposto dal governo Prodi come da quello Berlusconi.

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