Satira politica messa al bando anche in Francia. La sindrome di Berlusconi sconfina oltralpe e contagia Nicolas Sarkozy. Ha infatti l’aria di un’epurazione il licenziamento da parte di Radio France, la radio pubblica francese, dei due suoi umoristi di punta: Stephane Guillon e Didier Porte. A suscitare scalpore è soprattutto l’allontanamento di Guillon, il “Beppe Grillo di Francia”, celebre per le sue battute e caricature al vetriolo, specie sul presidente francese. Ventilando un suo probabile allontanamento in occasione di una disputa con il ministro all’Immigrazione francese Eric Besson, Guillon aveva messo in guardia i francesi sulla possibilità che il “metodo Berlusconi” attecchisse anche in Francia. Era il marzo 2010, e il riferimento del comico era allo scandalo Annozero-AgCom di quei mesi.

Dal gennaio 2008, il comico francese conduce una trasmissione satirica intitolata “L’humeur de…” in onda dal lunedì al mercoledì su France Inter, una delle radio appartenenti al gruppo di Radio France. La decisione ha fatto scoppiare un vero e proprio caso Guillon in Francia, con parte dell’opinione pubblica che vede lo zampino del governo nella cacciata del comico, amato e seguito ogni giorno da oltre 2 milioni di ascoltatori. Il licenziamento è stato annunciato da Guillon stesso, che nella puntata di martedì 22 giugno ha commentato ironicamente: “Le mie chance di essere riconfermato l’anno prossimo a Radio Inter sono come quelle della Francia di qualificarsi al secondo turno del mondiale”. La sera stessa i Bleus perderanno per 2 a 1 con il Sud Africa e saranno eliminati dalla Coppa del Mondo. Calcistica anche la riposta di Jean-Luc Hees, presidente di Radio France: “Io non mi chiamo Raymond Domenech! Ho avuto numerose discussioni con il signor Guillon sulle sue cronache. Quale padrone di una grande azienda accetterebbe di farsi insultare da uno dei suoi dipendenti? Prendo questa decisione non in seguito a pressioni politiche ma in nome dei valori dell’educazione e del servizio pubblico”. Jean-Luc Hees è stato nominato a capo di Radio France nel maggio 2009 dal presidente francese Nicolas Sarkozy.

Contrariamente a Didier Porte, al quale è stata fatale una battuta sul precedente Primo ministro francese Dominique de Villepin che insulta (nel satira di Porte) il Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, per Guillon non c’è stata nessuna goccia che ha fatto traboccare il vaso. In questi due anni i rapporti con la direzione di Radio France sono sempre stati piuttosto tesi a causa delle satira irriverente del comico parigino. La prima crisi era arrivata nel febbraio 2009 con le insinuazioni su una presunta relazione amorosa di Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, con una sua dipendente. Più recentemente, nel marzo 2010, Guillon si è trovato al centro di un’accesa querelle con Eric Besson, ministro francese all’Immigrazione, definito “una talpa infiltrata nella sinistra e poi nella destra a nome del Fronte nazionale grazie ai suoi occhietti da faina e al mento aguzzo”. Questa battuta era costata a Guillon pesanti critiche da parte del Governo francese e dello stesso Besson, che dopo aver parlato di “responsabilità del servizio pubblico di Radio France”, ha ottenuto le scuse ufficiali della direzione della radio. In quell’occasione Guillon aveva detto che “fare l’umorista diventa sempre più complicato. Bisogna fare attenzione a tutto, pesare ogni parola. Se continua così, è un lavoro che scomparirà come quello del fabbro”. Stephane Guillon ha intitolato la sua ultima emissione su Radio Inter mercoledì 23 giugno intitolandola “France Inter en burqa” .

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